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Petrolio. Shell: svaluterà gli asset tra 15 e 22 miliardi di dollari

where Milano when Lun, 06/07/2020 who roberto

Riviste nel secondo trimestre le prospettive del colosso anglo-olandese “di riflesso agli effetti della pandemia di coronavirus e delle sue ricadute economiche

Il gruppo Royal Dutch Shell svaluteràshell.jpg le proprie attività per un importo compreso tra 15 e 22 miliardi di dollari post-tasse nel secondo trimestre, a causa dell’impatto della crisi del coronavirus e dell’andamento del mercato energetico.
 
Il gruppo petrolifero olandese spiega di avere rivisto le prospettive di medio e lungo termine dei prezzi e dei margini di raffinazione “di riflesso agli effetti della pandemia di coronavirus e delle sue ricadute economiche, come pure dei fondamentali di domanda ed offerta del mercato dell’energia”. Questo – spiega – ha portato alla revisione di una “significativa porzione degli asset tangibili ed intangibili dell’Upstram, del Gas Integrato e della raffinazione”. Indicativamente l’impatto, che sarà non-cash, è tra gli 8 e 9 miliardi di dollari per il settore gas, principalmente in Australia, tra 4 e 6 miliardi per l’upstream, soprattutto in Brasile e negli shale in Nord America e tra i 3 e i 7 miliardi nel portafoglio di raffinazione dei prodotti petroliferi. A causa delle svalutazioni il rapporto di indebitamento è atteso in aumento del 3%.
 
La decisione di Shell giunge a due settimane di distanza dall’annuncio da parte di Bp di svalutazioni comprese tra 13 e 17,5 miliardi di dollari, per le stesse ragioni, la pandemia e l’andamento del mercato petrolifero. Il gruppo olandese, per altro, prevede un livello di estrazione compreso tra 2,3 e 2,4 milioni di barili equivalenti al giorno, più che nelle precedenti previsioni, ma “questo avrà un impatto limitato sui risultati a causa dello scenario macro-economico”, in particolare della caduta dei prezzi e dei margini, spiega Shell.
 
I disaccordi all’interno dell’Opec e dell’Opec+, che include la Russia, non hanno fatto che amplificare la tendenza al ribasso a marzo, prima che fosse raggiunto un accordo per limitare l’offerta e sostenere così i prezzi. Quanto ai margini medi di raffinazione sul lungo termine, Shell ha ridotto del 30% le sue previsioni precedenti. Nel primo trimestre il gruppo ha segnato una perdita di 24 milioni di dollari a fronte di un utile netto di 6 miliardi l’anno prima e per la prima volta dal 1945 ha ridotto il dividendo, portandolo a 16 centesimi per azione (-66%). Il gruppo aveva inoltre avvertito in quell'occasione di attendersi un secondo trimestre difficile.

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