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Smog. Piccoli petrolieri contro il Comune di Milano su colonnine elettriche e nuove caldaie

where Milano when Lun, 15/02/2021 who roberto

Assopetroli-Assoenergia e Grandi Reti si rivolgono al Tar sul Regolamento comunale per la Qualità dell’Aria. “Giusto combattere lo smog, ma i provvedimenti sono sproporzionati”

Assopetroli-Assoenergia e Grandi Reti barili-petrolio.jpgnon ci stanno. L’associazione dei commercianti di carburanti e il consorzio dei piccoli distributori di carburanti hanno deciso di reagire all’obbligo, imposto dal comune di Milano, di installazione di colonnine di ricarica elettrica su tutti gli impianti di distribuzione carburanti del territorio e al divieto d’installazione di nuove caldaie alimentate a combustibili liquidi e la messa al bando, dal 2022, di tutte le caldaie sotto i 3 MW con la stessa alimentazione. Per questo hanno presentato un doppio ricorso al Tar contro il Regolamento per la Qualità dell’Aria del Comune di Milano.
 
“Il Comune di Milano, senza alcun confronto con i diretti interessati, ha introdotto nuovi oneri su cittadini e imprese, in nome di un beneficio ambientale tutto da dimostrare” scrivono in una nota. Il primo ricorso impugna l’obbligo di installazione di colonnine di ricarica elettrica su tutti gli impianti di distribuzione carburanti del territorio comunale. Un provvedimento calato dall’alto che non tiene conto di molte criticità: l’onere economico a carico delle aziende, l’ancora scarsissima redditività del servizio di ricarica e il problematico ritorno dell’investimento, l’assenza di un parco circolante che giustifichi un onere indifferenziato sull’intera categoria a prescindere da ogni valutazione qualitativa. La sproporzione della misura è resa ancor più manifesta dall’imposizione, perfino ai punti vendita privi dello spazio fisico per i punti di ricarica, di individuare altrove, fuori dal sedime dell’impianto, dove poter adempiere all’obbligo. Tutto ciò a pena di ingenti sanzioni.
 
“Si tratta di un obbligo del tutto irragionevole - dichiarano il presidente di Assopetroli-Assoenergia Andrea Rossetti e il presidente di Grandi Reti Giuseppe Gatti. - Si vuole imporre agli operatori un onere sproporzionato rispetto ai benefici attesi per la collettività e si adotta un provvedimento che travalica i poteri del Comune e che viola la libertà d’impresa in modo insensato. Benché l'impianto carburanti, a tecnologie mature, potrà essere l'infrastruttura ideale per la ricarica veloce dell’auto elettrica, ad oggi non esistono le condizioni tecniche, economiche e perfino regolatorie per giustificare un’iniziativa su scala generalizzata. Si tratta insomma di una fuga in avanti che pretende di segnalare una sensibilità politica, ma in modo scoordinato dal quadro regolatorio di riferimento e dalla realtà: buona parte della rete distributiva dei carburanti del Comune di Milano non dispone nemmeno della potenza elettrica necessaria al recharge e dunque necessiterebbe di interventi infrastrutturali spesso incompatibili con gli spazi a disposizione. Un obbligo siffatto, che prescinde da una valutazione caso per caso, è destinato a essere poco produttivo in termini realizzativi e perciò risulta ancor più iniquo”.
 
Assopetroli-Assoenergia ha presentato poi un secondo ricorso contro il divieto d’installazione di nuove caldaie alimentate a combustibili liquidi (compresi biocarburanti ed emulsioni) e la messa al bando, dal 1° ottobre 2022, di tutte le caldaie sotto i 3 MW con la stessa alimentazione. Ciò costringe i cittadini a provvedere alla loro sostituzione. “Condividiamo la necessità di assicurare una migliore qualità dell’aria sul territorio del Comune di Milano - precisa il presidente Andrea Rossetti. - Proprio per questo i combustibili liquidi, che sono e saranno sempre più ecosostenibili grazie alla crescente quota rinnovabile e allo sviluppo di nuovi carburanti avanzati, devono rimanere nel mix energetico. Il rischio, altrimenti, è di spingere i cittadini, oltretutto a caro prezzo, verso soluzioni tecnologiche ambientalmente subottimali”. Assopetroli-Assoenergia e Grandi Reti auspicano che i due ricorsi contro il Regolamento del Comune di Milano siano l’occasione per aprire un confronto di merito costruttivo con l’Amministrazione che purtroppo è mancato, nonostante le richieste avanzate.

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