Tempo di bilanci. L’Eni chiude il primo trimestre con utile in calo
Nel primo trimestre 2025, il gruppo ha conseguito un utile netto adjusted di 1,412 miliardi di euro con un calo dell’11%; Gli investimenti lordi per il 2025 sono stati rivisti al di sotto rispetto a una previsione iniziale di 9 miliardi. Novità in Namibia dal nuovo pozzo Capricornus 1-X.
L’Eni ha approvato i risultati consolidati del primo trimestre 2025 reagendo al quadro macroeconomico incerto e volatile “con l’opzionalità e la flessibilità del suo portafoglio”. Individuate così azioni compensative per oltre 2 miliardi di euro nel 2025 con investimenti netti previsti adesso sotto i 6 miliardi. Confermata la politica di remunerazione degli azionisti.
I conti
Nel primo trimestre 2025 il gruppo ha conseguito l’utile operativo proforma adjusted di 3.681 milioni di euro, con una riduzione dell’11% rispetto al trimestre di confronto per effetto della continua flessione del contributo dei business downstream.
Significativa la performance della E&P, della GGP e delle società satelliti relative alla transizione, nonostante il deterioramento delle condizioni macroeconomiche. Nei primi tre mesi, l’utile ante imposte adjusted di 2.749 milioni di euro, è in riduzione di 377 milioni (-12%) rispetto al trimestre di confronto, riflette il trend dell’utile operativo adjusted e il minor contributo delle joint venture e associate valutate all’equity. L’utile netto adjusted di competenza degli azionisti Eni di 1.412 milioni ha registrato un calo dell’11%, riflettendo la riduzione del 12% dell’utile ante imposte adjusted. Il tax rate adjusted di gruppo si è attestato al 47,1% (48,9% nel primo trimestre 2024).
Produzione
Per quanto riguarda il settore esplorazione e produzione, il periodo ha registrato l’utile operativo proforma adjusted di 3.308 milioni, in riduzione del 2% rispetto al primo trimestre 2024, a causa dei minori prezzi di realizzo dei liquidi che riflettono la riduzione del prezzo del petrolio in dollari (marker Brent -9%). Questo effetto negativo è stato in parte compensato dai maggiori prezzi di realizzo del gas naturale (+8%), nonché dai minori costi e dalle azioni di efficienza.
Nel primo trimestre 2025, il settore ha registrato un utile netto adjusted di 1.313 milioni di euro, in aumento dell’11% rispetto al primo trimestre 2024 e include il contributo delle società miste e collegate, in particolare Vår Energi, Azule Energy e Ithaca Energy. Nel primo trimestre 2025 il tax rate si attesta al 46%, in riduzione di circa 7 punti percentuali rispetto al periodo di confronto del 2024 per effetto principalmente di un più favorevole mix geografico dei profitti.
Scenario 2025
In risposta ai rischi macroeconomici e alle incertezze sui dazi commerciali, la società ottimizza i piani di spesa per il 2025 e farà ricorso alle leve di portafoglio. Le azioni di mitigazione relative agli investimenti, portafoglio, costi e altre iniziative di cassa sono previste compensare oltre 2 miliardi di effetti negativi dello scenario. Gli investimenti lordi per il 2025 sono stati rivisti al di sotto di 8,5 miliardi rispetto a una previsione iniziale di 9 miliardi di euro. Gli investimenti al netto delle dismissioni sono attesi inferiori a 6 miliardi rispetto a una stima iniziale compresa tra 6,5-7 miliardi. Assumendo lo scenario aggiornato, il flusso di cassa operativo adjusted di gruppo è ora atteso a 11 miliardi di euro, un risultato migliore di quanto implicherebbe la variazione dei parametri di scenario. Produzione di idrocarburi attesa ancora a 1,7 milioni barili di petrolio equivalenti al giorno allo scenario Brent di 65 dollari. Per Enilive e Plenitude l’ebitda proforma adjusted è atteso pari a 1 miliardo e oltre €1,1 miliardi, rispettivamente; a fine 2025, capacità installata da fonti rinnovabili attesa oltre 5,5 GW (100% Plenitude); capacità di lavorazione delle bioraffinerie attesa a 1,65 MTPA, a cui si aggiunge circa 1 MTPA in costruzione. In attesa dell’approvazione dell’assemblea degli azionisti del 14 maggio, è confermato l’incremento del 5% del dividendo di competenza dell’esercizio 2025 a 1,05 euro per azione e l’avvio del programma di riacquisto di azioni da 1,5 miliardi. Quarta tranche del dividendo 2024 pari a 0,25 euro per azione in pagamento il 21 maggio. L’assemblea degli azionisti del prossimo 14 maggio è attesa approvare il dividendo 2025 di 1,05 per azione da distribuirsi in quattro tranche e di rinnovare l’autorizzazione al programma di acquisto azioni proprie.
Il commento di Claudio Descalzi
Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni, ha commentato: “I solidi risultati del primo trimestre sono il frutto della costante esecuzione della nostra strategia, nonostante l’incerto contesto macroeconomico. Manteniamo la disciplina finanziaria e la determinazione nel fare leva sui nostri vantaggi competitivi basati sull’esplorazione, sulle tecnologie proprietarie e sugli innovativi modelli di business, per eseguire la trasformazione e generare valore per i nostri azionisti. Gli straordinari successi esplorativi aprono nuove opportunità di mercato e di ritorni. Con Petronas stiamo creando un nuovo satellite upstream paritetico, autofinanziato, con lo scopo di valorizzare l’ingente potenziale delle nostre scoperte al largo dell’Indonesia. Il modello di “esplorazione duale” è stato applicato negli accordi con Vitol, anticipando la monetizzazione dei rilevanti progetti Eni di Baleine e Congo FLNG con incassi attesi pari a 2,7 miliardi di dollari. La strategia di crescita e di creazione di valore basata sui satelliti relativi alla transizione prende slancio; Enilive e Plenitude hanno perfezionato ulteriori investimenti, mentre è in fase di definizione il nuovo satellite dedicato all’attività di cattura/stoccaggio della CO2. Come risultato abbiamo individuato oltre €2 miliardi di azioni di razionalizzazione della spesa, equivalenti a circa 15 $/bbl di effetto prezzo, e siamo in grado di confermare la nostra politica di distribuzione per il 2025 nel contesto di una solida struttura finanziaria.”
La scoperta nell'offshore della Namibia
Sempre Eni, intanto, conferma i risultati preliminari del pozzo Capricornus 1-X, nel bacino dell'Orange in Namibia. Il pozzo Capricornus 1-X, la cui perforazione è iniziata il 17 febbraio con l’impianto di perforazione Noble Venturer, ha raggiunto la profondità finale il 2 aprile, penetrando con successo il livello target del Cretaceo inferiore. Il pozzo ha incontrato 38 metri di net pay; la roccia serbatoio ha evidenziato buone proprietà petrofisiche e non è stata rilevata presenza di contatto olio-acqua. Campioni di olio e carote di parete sono stati raccolti come parte di una intensa attività di acquisizione dati. Oltre all'acquisizione dati, in pozzo è stato eseguito con successo un test di produzione nell’intervallo mineralizzato ad olio leggero. Il pozzo ha raggiunto una portata di produzione, limitata dalle attrezzature di superficie, superiore a 11mila stb/d attraverso una valvola di 40/64". Il pozzo sarà ora temporaneamente abbandonato e l'impianto di perforazione sarà rilasciato. La Petroleum Exploration License 85 (PEL85), dove è stato perforato il pozzo, è operata da Rhino Resources con una quota del 42,5%. In co-venture Azule Energy (42,5%), Namcor (10%) e Korres Investments (5%). Eni e Bp detengono ciascuna una partecipazione del 50% in Azule Energy.