torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Trivelle e chiacchiere - Al Mise primo tavolo tecnico sul piano delle aree idonee

where Roma when Lun, 11/03/2019 who roberto

Si discute dello strumento condiviso con le Regioni, per la programmazione delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale. Greenpeace: “Manca la valutazione di pericolo di incidente rilevante”

Primo incontro tecnico tra il Ministerotrivelle.jpg dello Sviluppo Economico e il Ministero dell'Ambiente per la predisposizione del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI), previsto dal Decreto Semplificazioni, che dovrà essere approvato entro 18 mesi.

Il PiTESAI è uno strumento normativo che definisce il quadro di riferimento, condiviso con le Regioni, le Province e gli Enti locali, per la programmazione delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale. Il Piano intende valorizzare la sostenibilità ambientale e socio-economica delle diverse aree, annullare gli impatti derivanti dalle attività upstream e accompagnare il processo di decarbonizzazione. L'adozione del Piano  punta a semplificare, inoltre, l'individuazione delle aree idonee per lo svolgimento delle attività da parte degli operatori.

In base a quanto stabilito dalla normativa vigente, fino all'adozione del Piano sia i permessi vigenti di prospezione o di ricerca di idrocarburi, liquidi e gassosi, su terraferma e in mare, che i procedimenti amministrativi (compresi quelli di VIA) relativi al conferimento di nuovi permessi, sono stati momentaneamente sospesi e riprenderanno efficacia nelle aree in cui tali operazioni risulteranno compatibili con le previsioni del Piano stesso. Nelle aree non compatibili il Mise rigetterà le istanze relative ai procedimenti sospesi e revocherà i permessi di prospezione e di ricerca in essere.

Verranno rigettate anche le istanze relative ai procedimenti di rilascio delle concessioni per la coltivazione di idrocarburi, il cui permesso non sia stato autorizzato entro la data di adozione del PiTESAI. Nelle aree in cui le attività di coltivazione risultino incompatibili, le concessioni manterranno la loro efficacia fino alla scadenza e non saranno prorogate. Nel Piano si terrà conto di tutte le caratteristiche territoriali, sociali, industriali, urbanistiche, morfologiche, dell'impatto sull'ecosistema delle rotte marittime e indicherà tempi e modi di dismissione e ripristino degli impianti che hanno cessato la loro attività. Limitatamente alle aree su terraferma, il Piano sarà valutato d'intesa con la Conferenza Unificata.

Greenpeace: “Non risolve nulla” - Greenpeace ha fatto sapere che serve a poco il decreto ministeriale recentemente firmato dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa sui procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale relativi ad attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare, dal momento che per queste attività continuerebbe a non essere richiesta la valutazione del pericolo di incidente rilevante. L'organizzazione ambientalista fa notare come in Italia non siano sinora mai state effettuate valutazioni pubbliche che prendano in considerazione tale aspetto di pericolosità.

Come indicato dal decreto legislativo 105/2015, per incidente rilevante si intende un evento quale un'emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità che dia luogo a un pericolo grave per la salute umana o l'ambiente, relativo a uno stabilimento in cui si lavori con delle sostanze pericolose. Nello stesso decreto venivano però escluse dall'attuazione della Direttiva 2012/18/Ue relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti tutte le attività di esplorazione e sfruttamento offshore di idrocarburi. Un vuoto che il decreto firmato da Costa non ha colmato, ponendo l'esecutivo attualmente in carica in perfetta continuità con le politiche in materia dei precedenti governi.

immagini
piattaforma
leggi anche: