Vaca muerta! L’Argentina potrebbe rilanciarsi grazie a un megacimento (e all’export), mentre la Bolivia ha esaurito le sue riserve gas
Da importatrice Buenos Aires si trasformerà nei prossimi anni in esportatrice ai Paesi vicini, mentre le riserve di La Paz hanno toccato il fondo
In Sudamerica gli equilibri del petrolio potrebbero cambiare a breve, specie in Paesi come Argentina e Bolivia. Da diversi anni ormai la situazione economica dell’Argentina è a dir poco disperata e le istituzioni finanziarie internazionali approvano di continuo pacchetti di salvataggio che però fino ad ora non hanno risolto i gravi problemi economici di questo Paese. Ma forse oggi il Paese ha trovato una via d’uscita grazie ad un giacimento di petrolio e gas dal nome (in verità non troppo benaugurante): Vaca Muerta.
Scoperto una decina di anni fa, questo giacimento di petrolio e gas è uno dei più grandi al mondo, e nel giugno del 2023 ha prodotto 296 mila barili di petrolio al giorno e diversi miliardi di metri cubi di gas.
Per capire l’importanza di questo giacimento basti pensare che fino ad ora l’Argentina aveva importato gas dalla Bolivia. Tale risultato è stato possibile grazie alla costruzione di un gasdotto da 1,5 miliardi di dollari che collega il giacimento di Vaca Muerta con un’area situata a ovest di Buenos Aires, che permetterà di distribuire il gas estratto usando i gasdotti esistenti in Argentina. Se è evidente il vantaggio in termini di riduzione delle importazioni, saranno ancora più evidenti i vantaggi futuri, visto che per il 2025 il governo argentino punta ad esportare il gas estratto a Vaca Muerta in Cile, Brasile e Uruguay, fornendo alle casse della Banca centrale preziosa valuta pregiata che permetterà all’Argentina di risolvere parte dei suoi problemi economici.
Bolivia a secco
Intanto dalla vicina Bolivia, tra le principali nazioni esportatrici di gas dell’America Latina, giunge notizia che
Il Paese sta esaurendo completamente le sue riserve. Nel giro di pochi giorni ha, infatti, raggiunto l’ottavo posto tra gli esportatori mondiali, ma il presidente Luis Arce ritiene che dovrà ulteriormente ridurre l’export, per non rischiare di rimanere senza riserve per il consumo interno boliviano.
Arce, infatti, ha dichiarato che le riserve di gas in Bolivia “hanno toccato il fondo“, e che si trova costretto ad interrompere i flussi verso Brasile e Argentina, le due principali importatrici. Per anni, il governo boliviano ha considerato il gas la sua più grande ricchezza, e con un ampio programma di ricerca, estrazione e vendita, è riuscito a ridurre ampiamente la povertà nazionale, oltre ad aver finanziato parecchie opere pubbliche, tra cui le autostrade. Grazie ai fondi derivati dalla vendita del gas, inoltre, la Bolivia aveva anche introdotto uno sconto sul prezzo di benzina e diesel, importanti in larga parte dell’estero a prezzi poco vantaggiosi, ma venduti alla popolazione a metà prezzo.
Insomma, a brevissimo la Bolivia passerà dall’essere una potenza del gas, al non esportarne più neppure un metro cubo.