torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Fragilitalia: gli italiani riducono i consumi e cambia il modo di fare la spesa

where Roma when Mer, 28/09/2022 who roberto

I risultati del sondaggio confermano come l'inflazione sia una "tassa" che impatta in modo più pesante sui ceti più deboli

L'aumento dei prezzi sta costringendospesa-alimentare_0.jpg gli italiani a ridurre i consumi. Due su tre diminuiranno i consumi di energia elettrica, il 57% quelli relativi allo shopping, il 56% i consumi di gas e il 54% le spese per attività culturali e di svago. È quanto emerge dal report "FragilItalia", elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos.
La tendenza, evidenzia lo studio, è destinata a proseguire e in alcuni casi ad accentuarsi nell'immediato futuro, con l'87% degli italiani costretti a ridurre o evitare i consumi di energia elettrica e di gas, l'84% le cene fuori, l'83% i viaggi, l'82% lo shopping e i divertimenti". I risultati del sondaggio confermano come l'inflazione sia una "tassa" che impatta in modo più pesante sui ceti più deboli. Nel ceto popolare, infatti, la riduzione del consumo di energia elettrica interessa il 72% degli italiani (63% il dato medio), quella dello shopping il 73% (dato medio 57%), quella del consumo di gas il 69% (56% dato medio), quella per attività culturali e di svago il 70% (54%). Ma nell'immediato futuro, secondo la rilevazione, anche altri settori saranno interessati dal calo dei consumi. Legacoop e Ipsos prevedono una riduzione della spesa per prodotti di elettronica del 78%, seguita da prodotti di bellezza, scarpe e cultura (76%), benzina e gasolio (75%). Relativamente alla spesa alimentare, i salumi e la carne guidano la classifica delle percentuali di chi dovrà rinunciarvi o ridurne il consumo (67%), seguiti dal pesce (64%), dai formaggi (62%), dai surgelati (58%).
 
La spesa alimentare
Il Report contiene anche un focus dedicato, appunto, agli effetti dei rincari sulla spesa alimentare, concentrandosi sulle strategie di acquisto messe in atto dalle famiglie per fare fronte all’aumento dei prezzi dei prodotti, sulle modalità di cucinare in relazione all’aumento dei prezzi dell’energia, sui canali di vendita utilizzati per gli acquisti alimentari e sulla shrinkflation, ovvero la riduzione di quantità del prodotto contenuto in una confezione lasciandone invariato il prezzo di vendita.
Riguardo ai canali di vendita dei prodotti alimentari, i risultati del sondaggio evidenziano un aumento medio della frequenza di acquisto del 27% nei discount (47% al Sud, 48% nel ceto popolare) e dell’1% nei mercati rionali o centrali. In diminuzione, invece, la frequenza degli altri canali: del 26% nei negozi al dettaglio (46% nel ceto popolare), del 21% nei piccoli supermercati (ceto popolare 37%), del 12% nei supermercati e dell’11% negli ipermercati (38% nel ceto popolare).
 
La truffa della shrinkflation
Infine, netto il giudizio negativo (espresso da 7 italiani su 10), sulla shrinkflation, ovvero la pratica, messa in atto da alcune aziende, di ridurre la quantità di prodotto contenuto in una confezione per mantenerne fermo il prezzo. Quattro italiani su dieci (il 43%) la considerano una truffa ai danni dei consumatori, 3 su dieci (il 32%) la considerano sbagliata, una presa in giro dei consumatori ai quali non viene comunicata in modo trasparente la riduzione di peso della confezione.

immagini
spesa-alimentare