Fotovoltaico, non si abbassa il prezzo delle installazioni nel lungo periodo se non c’è la qualità dei componenti
L’analisi del rischio è determinante nel calcolo della redditività di un impianto. Un workshop di DuPont a Roma
Componentistica, problematiche di installazione, redditività e scenari futuri sono stati al centro del workshop organizzato a Roma da DuPont sulle “Strategie di mitigazione dei rischi e le nuove opportunità di business per il fotovoltaico in Italia e nel resto del mondo”, durante il quale investitori, operatori e stakeholder si sono confrontati sulle principali criticità legate agli impianti fotovoltaici e sulle prospettive future del mercato del solare.
“Per la prima volta è stato fatto il punto della situazione in tema di affidabilità degli impianti fotovoltaici e soprattutto della componentistica. Negli ultimi anni sono emersi problemi inaspettati legati alla scarsa qualità dei materiali, risultato della corsa alla minimizzazione dei costi che ha come conseguenza inevitabile il peggioramento della redditività dell’investimento nell’impianto fotovoltaico”, ha commentato Paolo Rocco Viscontini, DuPont Downstream Ambassador e presidente di Italia Solare.
La garanzia della qualità (QA) è cruciale per ridurre i costi della produzione energetica e contribuisce a garantire la stabilità delle performances. Danni sui componenti possono portare a effetti equivalenti alla riduzione di vita di un impianto di alcuni anni: ad esempio 5 anni in meno significano un aumento dell’LCOE (il costo della produzione elettrica) del 30%, pari a un aumento dei costi di sistema di oltre 0,21 €/Wp. “La scelta della tecnologia e del prodotto ottimizzato è quindi fondamentale per un rendimento energetico elevato e per il ritorno dell'investimento”, ha spiegato Willi Vaassen, Director of Global Competence Center PV Power Plants, TÜV Rheinland. Lo sviluppo di una strategia di gestione del rischio lungo il ciclo di vita di un progetto fotovoltaico dovrebbe quindi contenere alcuni step fondamentali, quali: identificazione dei rischi; valutazione del rischio; gestione del rischio e controllo del rischio.
Quando si parla di impianti fotovoltaici si dovrebbe parlare più in termini di €/kWh che di €/kWp: affidabilità e durata sono infatti elementi determinanti per la redditività. “Vi sono fattori, come i raggi ultravioletti e lo stress termico, che influiscono sull’integrità del pannello e ai quali bisogna porre particolare attenzione – sostiene Stephan Padlewski, Regional Marketing Leader, DuPont Photovoltaic Solutions, EMEA. – Diventa così determinante per l’affidabilità e l’efficienza del pannello considerare i materiali di cui è fatto, soprattutto in situazioni climatiche particolarmente difficili”.
In base a una ricerca su oltre 190 impianti sparsi per il mondo per oltre 490 MW, effettuata da DuPont nel 2016, il backsheet (la protezione elettrica sul retro dei pannelli fotovoltaici) è uno dei componenti maggiormente soggetti a problemi, in particolare in presenza di alte temperature. Negli impianti installati sui tetti degli edifici il problema risulta maggiore rispetto a quelli installati a terra, proprio a causa delle maggiori temperature a cui è soggetto il modulo fotovoltaico. Per gli impianti installati a terra i moduli con problemi di backsheet sono pari al 26% del totale nelle zone con clima caldo e quasi il 9% in clima temperato. Per gli impianti su tetto l’effetto delle alte temperature si sente anche nelle aree a clima temperato: ben il 25% dei moduli ha mostrato problemi al backsheet. Problemi al backsheet si traducono evidentemente in una minore efficienza del sistema. “In situazioni particolarmente stressanti, legate principalmente alle alte temperature, sia in climi caldi sia temperati – spiega Stephan Padlewski –, è particolarmente indicato l’uso di un backsheet a triplo strato fatto di Tedlar®/polyester/Tedlar®, in grado di resistere per oltre trent’anni in tutti i tipi di condizioni climatiche”.
Nel workshop di Roma i principali player del settore si sono confrontati sulle criticità più comuni riscontrate nelle installazioni. Anche Enel Green Power (EGP) ha fornito il suo prezioso contributo, grazi all’esperienza accumulata con i suoi 1,2 GWp di potenza solare installata e altri 2,7 GW in costruzione, numeri grazie ai quali EGP è leader a livello mondiale in quanto a potenza fotovoltaica di proprietà installata. Tra i principali problemi riscontrati da EGP sono stati evidenziati guasti sugli inverter (tra cui guasti sugli IGBT e sulle ventole di raffreddamento) e sui moduli (specialmente problemi di PID e di deterioramento del backsheet).
Le nuove realizzazioni, che hanno fatto tesoro delle esperienze passate, hanno tutte le carte in regola per garantire le prestazioni attese. Difficoltà tecniche a parte, che se gestite correttamente non inficiano in modo determinante la producibilità di un impianto, dal workshop è emerso che, in generale, il settore fotovoltaico italiano si trova davanti a buone prospettive sul breve periodo, tanto che potenzialmente si potrebbe già far partecipare anche gli impianti fotovoltaici al mercato del dispacciamento. Oggi, grazie alle sempre più accurate previsioni metereologiche e ai sempre più competitivi sistemi di accumulo, il fotovoltaico ha tutte le caratteristiche per fare parte di tale mercato: purtroppo manca ancora la normativa che gli consenta di entrare.