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Anche il web inquina. I “siti sostenibili” sono la nuova sfida

where Pordenone when Mer, 27/11/2024 who roberto

Entro il 2040, secondo le stime, le emissioni digitali toccheranno il +775%. La soluzione proposta da Spider 4 Web

«Il web lascia un’impronta7429andreapizzatoceospider4web.jpeg: ogni azione online contribuisce all’impatto ambientale. Si deve cambiare rotta, con pratiche sostenibili per ottimizzare i siti e ridurre i consumi energetici, abbattere le emissioni e ridurre i costi, con benefici reali per le aziende e il Pianeta», sostiene Andrea Pizzato (foto), ceo di Spider 4 Web, l’agenzia digitale friulana portavoce della sfida per un web più verde. In un mondo sempre più connesso, ogni clic lascia un segno, e quel segno non è solo digitale. La navigazione online, lo streaming e perfino le email contribuiscono, silenziosamente, alle emissioni di CO2. Secondo le stime, entro il 2040 l’impronta ecologica del settore digitale è destinata a crescere del 775%, arrivando a rappresentare il 14% delle emissioni globali al punto che, se fosse una nazione, si posizionerebbe tra i maggiori inquinatori della Terra. «È uno scenario che esige risposte, e il web design sostenibile rappresenta una delle strade percorribili», prosegue Pizzato. «La sostenibilità deve diventare una pratica concreta, fin dalla progettazione dei siti. Il nostro obiettivo è creare soluzioni digitali non solo belle ed efficaci, ma anche ecologiche: siti web che riducano al minimo l’energia necessaria per essere fruiti, grazie a tecniche mirate e innovazioni che abbracciano i principi del green web design».
 
Pagine leggere e server eco-alimentati
Nei lavori di Spider 4 Web ogni elemento della progettazione è studiato per diminuire l’impronta ecologica: la riduzione del peso delle pagine e l’ottimizzazione delle immagini e dei media rappresentano un primo passo. «Ma c’è di più», ricorda l’esperto, «l’intervento su codice e struttura dei contenuti, l’adozione di server alimentati da energie rinnovabili e il miglioramento della user experience sono interventi concreti che consentono non solo di ridurre l’impatto ambientale, ma anche di migliorare le performance del sito». Testando questi interventi anche in progetti complessi e ottimizzando immagini e codice, si è ridotto il peso della homepage del 50% e le emissioni di CO2 di oltre 1 grammo per visualizzazione. Con migliaia di accessi mensili, questo significa un impatto reale».
E per la verifica dei risultati, esistono già oggi tool come EcoGrader che misurano e analizzano le emissioni del sito. Senza dimenticare che i motori di ricerca premiano i siti ottimizzati per la velocità e l’efficienza, e i consumatori, più attenti ai temi ambientali, cercano marchi che condividano i loro valori.

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andrea-pizzato