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Fari accesi sul risparmio: consumiamo 105 chilowattora a testa per lampioni e semafori

where Roma when Lun, 10/12/2012 who michele

Ricerca dell’Enea nel progetto Lumière – L’illuminazione delle città costa alle casse pubbliche circa 20 euro per ogni italiano. Gli enti locali insieme per un Piano d’azione di energia sostenibile

Con lampioni e semafori, l’illuminazione delle città costa cara alle casse pubbliche: circa 20 euro per ogni italiano. La cifra emerge dalla ricerca dell’Enea nell’ambito del progetto Lumière, dedicato a sindaci e comuni per promuovere l’efficienza energetica, e riferito ai consuntivi del 2010.
Dunque la media italiana di consumi pro capite per l’illuminazione pubblica è di 105 chilowattora. Mentre in Germania, dice la ricerca, si consuma meno della metà: ovvero circa 42 kWh ad abitante. Con gli aumenti più recenti del costo dell’energia elettrica si sta superando in Italia la spesa di un miliardo l’anno per il settore, il che significa poco meno di 20 euro ad abitante, come riferisce l’agenzia Adnkronos.
Secondo la Fire, la Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia, il costo dell’illuminazione pubblica si aggira fra il 15 e il 25% del totale delle spese energetiche di un ente locale, e può raggiungere il 50% di quelle elettriche. L’esborso, nel dettaglio, è rappresentato al 90% dai lampioni e dal restante 10% dai semafori. L’impiego di alimentatori elettronici – calcola l’Enea – permetterebbe di ridurre i consumi di elettricità fra il 5 e il 10%, mentre basterebbe installare dei riduttori di flusso per risparmiare dal 15 al 30%.
Al momento, quindi, l’illuminazione pubblica è una voce che nel bilancio di un’amministrazione comunale ha un notevole peso specifico. Lo confermano anche i dati di due gruppi di enti locali (trenta comuni della provincia di Roma e un gruppo di amministrazioni della provincia di Milano aderenti al Patto dei sindaci) che, attraverso il software EcoRegion e il database della fondazione Cariplo, stanno quantificando, monitorando e analizzando on line le proprie emissioni di CO2, per arrivare alla presentazione di un Piano d’azione per l’energia sostenibile (Paes), opportunamente calibrato sulle esigenze e le caratteristiche del territorio.