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​Il gene che aiuta il cervello ad imparare è lo stesso che favorisce il linguaggio

where Baltimora (Stati Uniti) when Mar, 05/11/2013 who redazione

Scoperto il gene che aiuta il cervello ad imparare. In realtà era già noto ai ricercatori, ma solo per il suo contributo decisivo allo sviluppo del linguaggio.

Il suo nome è una sigla impronunciabile: Srpx2, ed era già noto ai ricercatori. Ma quello che hanno scoperto gli studiosi del dipartimento di Neuroscienze della Johns Hopkins University, coordinati da Richard Huganir, è che questo gene aiuta il cervello a produrre le sinapsi, ossia le connessioni tra le cellule nervose che ci permettono di pensare e di imparare. Pubblicata sulla rivista Science Express, la scoperta si aggiunge alla comprensione scientifica di come il linguaggio si sviluppa, così come il modo in cui le sinapsi si formano: è un tassello importante per fare luce sulle possibili cause di malattie come autismo ed epilessia.
In precedenza, un gruppo di ricercatori francesi dell'istituto di neurobiologia del Mediterraneo aveva dimostrato che il gene Srpx2 interagisce con un altro gene, chiamato FoxP2, che svolge un ruolo apparentemente cruciale nel linguaggio. La squadra di Huganir ha confermato questo dimostrando che FoxP2 controlla la produzione della proteina del gene Srpx2 e in questo modo influenza la formazione del linguaggio. "La proteina FoxP2 è  famosa per il suo ruolo nel linguaggio, ma è coinvolta anche in altre funzioni”, commenta Huganir. Il ricercatore ipotizza, per esempio, che il gene possa essere coinvolto nell'autismo, dal momento che i pazienti autistici hanno spesso problemi di linguaggio e che inoltre la loro condizione è  stata collegata a difetti nella formazione delle sinapsi.
I ricercatori sono arrivati a queste conclusioni dopo aver sperimentato sui topi il gene Srpx2, potenziandone l'attività rispetto al normale durante lo sviluppo fetale. Questo ha indotto le cellule cerebrali ad emettere nuove sinapsi. Quando invece i ricercatori hanno bloccato l'attività dello stesso gene su un altro gruppo di topi, sempre durante lo sviluppo fetale, questi hanno mostrato un minor numero di sinapsi rispetto ai topi normali.
I ricercatori hanno notato che quando i cuccioli sono stati separati dalle loro madri essi non emettevano grida di soccorso, come altri topi fanno normalmente, indicando così che al roditore mancava la capacità  di linguaggio. La scoperta permetterà  di capire sia come si sviluppa la formazione del linguaggio nell'essere umano, sia il modo in cui il cervello sviluppa la complessa rete di connessioni che rende possibile il pensiero.
 
 

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