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Idee Enea. Ecco come il cambiamento climatico erode le spiagge del Mediterraneo. Il caso Stintino

where Sassari when Mer, 31/05/2023 who roberto

Un team di ricercatori del Cnr, delle Università di Sassari e di Cagliari e di Enea ha sviluppato un modello innovativo per studiare le cause dell'erosione costiera nel Mar Mediterraneo

Vogliono comprendere megliospiaggia-pelosa.jpeg la circolazione marina, l’evoluzione delle spiagge e indagare le cause dell’erosione costiera nel mar Mediterraneo, specie nella nota Spiaggia di Stintino in Sardegna. È l’obiettivo di un team di ricercatori del Cnr, delle Università di Sassari e di Cagliari e di Enea che ha sviluppato un modello innovativo descritto in uno studio pubblicato in un volume speciale della prestigiosa rivista internazionale ‘Geological Society Publications’.

 
Lo studio su La Pelosa
Lo studio sugli stretti e le aree costiere si è focalizzato sul Mediterraneo quale regione rappresentativa di quello che succede a scala globale, dove i cambiamenti climatici impattano con effetti amplificati.
In particolare, è stato indagato lo Stretto degli Asinelli, che separa il mare della Sardegna dal golfo dell’Asinara, il cui fondale è caratterizzato da una complessa e intrecciata distribuzione di rocce, sabbia, prateria di Posidonia oceanica e mutevoli sistemi di dune sottomarine.
Nello specifico, lo studio della circolazione delle correnti ha rivelato la causa dell’erosione della spiaggia di Stintino (La Pelosa), antistante lo stretto, sempre più colpita dagli effetti del cambiamento climatico e, negli ultimi 30 anni, da una crescente erosione: in pratica la sua estensione e la sua forma variano in base all’innalzamento del livello del mare, alla prateria sottomarina di Posidonia, ma anche al regime dei venti. Quest’ultimo può generare la perdita di sabbia dalla spiaggia quando i granelli vengono trasportati a ovest, verso un canalone che li fa depositare a profondità di 15-30 m, da dove poi non riescono più a risalire.
Grazie all’approccio metodologico messo in campo, i ricercatori sono dunque riusciti a ricostruire la storia evolutiva di questo ambiente molto particolare e potranno contribuire alla riqualificazione ambientale del sistema spiaggia-duna di Stintino. La particolarità del modello messo a punto sta nel fatto di combinare analisi del vento e del moto ondoso, indagini subacquee, sensoristica, interpretazioni di foto aeree, ma anche scansioni del fondale con prospezioni geofisiche (come Side Scan Sonar, Sub Bottom Profiler e Multi Beam) ed implementazione di modelli numerici ad alta risoluzione. Oltre alla comprensione del comportamento degli stretti marini, vere e proprie “vie d’acqua” che mettono in collegamento diversi bacini, il modello consente anche di studiare la circolazione dei sedimenti in condizioni di basse oscillazioni di marea dove il regime dei venti, mutevole per effetto dei cambiamenti climatici, è il primo responsabile delle dinamiche ambientali.
 
Lo Studio lo trovi qui https://www.lyellcollection.org/toc/...

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stintino