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​Realizzata la prima mappa in 3D della calotta della Groenlandia che si sta sciogliendo

where Austin (Stati Uniti) when Lun, 02/02/2015 who redazione

Realizzata la prima mappa in 3D: uno strato profondo fino a 3000 metri il cui completo scioglimento provocherebbe l'innalzamento dei mari di oltre 7 metri. A coordinare, la ricerca pubblicata sul Journal of Geophysical Research Earth Surface, è stato Joe MacGregor dell'Università del Texas

Fra le zone ghiacciate più importanti a rischio di scioglimento a causa del riscaldamento globale c'è la calotta glaciale della Groenlandia, che per estensione è la seconda più grande del pianeta (la calotta antartica è la prima, e si estende su una superficie grande come gli Stati Uniti e il Messico insieme).  Gli scienziati hanno studiato per decenni la calotta della Groenlandia attraverso satelliti e carotaggi. Ora è stata realizzata la prima mappa in 3D: uno strato profondo fino a 3000 metri il cui scioglimento provocherebbe l'innalzamento dei mari di oltre 7 metri.

headshot.jpgA coordinare, la ricerca pubblicata su Journal of Geophysical Research Earth Surface, è stato Joe MacGregor dell'Università del Texas, ad Austin, che sorvolando l'area con aerei dotati di speciali radar ha creato la mappa dei vari strati di ghiaccio che si sono accumulati nel tempo a partire da 130.000 anni fa. Lo spesso strato di ghiaccio che ricopre la Groenlandia mostra da alcuni anni segni di 'cedimento', un rapido e preoccupante scioglimento che, se fosse completo, porterebbe all'innalzamento dei mari di oltre 7 metri. Lo scioglimento è causato dall'aumento delle temperature e da decenni molti ricercatori stanno cercando di ricostruirne il passato per capire come la calotta abbia risposto ai cambiamenti climatici nel tempo e quindi prevedere quello che succederà in futuro.

Trivellando i ghiacci è stato possibile analizzare i vari strati che si sono accumulati nel corso di migliaia di anni, passando dalle epoche più recenti in superficie fino a 130.000 anni fa a circa 3000 metri di profondità. Queste conoscenze erano però finora limitate ai pochi punti in cui sono state effettuate le trivellazioni e il nuovo metodo, reso possibile grazie ai dati raccolti dal progetto IceBridge della Nasa, ha permesso per la prima volta di creare una mappa completa dei ghiacci in 3D. Utilizzando dei radar a bordo di aerei è stato possibile infatti sorvolare l'intera regione e, con i radar, penetrare le profondità. Queste nuove informazioni saranno fondamentali per prevedere come risponderanno nei prossimi anni i ghiacci all'aumento delle temperature e di quanto contribuiranno all'innalzamento dei mari.
 
La simulazione in 3d la puoi vedere qui

immagini
Joe MacGregor dell'Università del Texas