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Ricerca, lo sviluppo delle auto a gas può creare oltre 22mila posti di lavoro al 2030

where Roma when Lun, 22/12/2014 who redazione

Secondo una ricerca della Fondazione Sviluppo Sostenibile, l'auto a gas ha importanti ricadute economiche e occupazionali: fino a 66.000 posti di lavoro aggiuntivi nel 2030

La mobilità sostenibile è uno dei cardini della green economy e le soluzioni tecnologiche alternative possono aiutare la transizione verso l'auto a emissioni zero. L'auto a gas, una tecnologia made in Italy, costituisce uno dei possibili volani di sviluppo in direzione della green economy con importanti ricadute economiche e occupazionali (tra 22.700 e 66.000 posti di lavoro aggiuntivi nel 2030). Alle potenzialità green dello sviluppo dei veicoli a combustibili gassosi in Italia è dedicata la ricerca “Green economy e veicoli stradali: una via italiana” realizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, con la collaborazione di Assogasliquidi Federchimica e del Consorzio Ecogas.

Sono proprio i numeri a dimostrare le potenzialità del settore; negli anni della crisi, mentre le auto tradizionali hanno conosciuto un drastico calo delle immatricolazioni, le auto a gas hanno continuato a crescere (tra il 2011 e il 2012 le immatricolazioni sono quasi triplicate passando dal 5,55% al 13%) e nel 2013 la quota di mercato della auto a gas è arrivata al 14,1% (8,9% GPL e 5,2% metano). L'attuale stock di auto a gas circolante in Italia è in termini assoluti il più rilevante d'Europa, rappresentando il 76,8% del parco europeo per le auto a metano e il 26% per quelle a GPL. Inoltre, in Italia oltre al produttore (Fiat) c'è una piccola e grande industria dell'auto a gas, che va dalla produzione di impianti per la conversione a GPL e metano, con una rete di trasformazione e assistenza di più di 6.000 officine, al rifornimento stradale (più di 3000 distributori di GPL e 1000 di metano).

Tutti i numeri della ricerca - Nella ricerca sono esaminate tutte le ricadute ambientali ed economiche dello sviluppo del settore. In uno scenario di elevata penetrazione delle auto a gas in Italia da oggi al 2030, con la progressiva sostituzione di una parte delle auto a combustibili liquidi del parco circolante italiano, dovuta sia ad acquisto di nuove auto sia ad interventi di retrofit, si arriverebbe al 2030 ad oltre 3,5 milioni di t CO2 in meno rispetto a uno scenario di non intervento, a 67 tonnellate di particolato e 21 mila tonnellate di ossidi di azoto in meno. La riduzione di particolato prevista al 2030 equivale alle emissioni che sarebbero generate mediamente in un anno da 4 milioni di automobili diesel. Per migliorare le prestazioni ambientali delle auto a gas ci sono poi dei promettenti sviluppi nel campo delle alimentazioni ibride sia GPL-elettrico che metano-elettrico, oltre a sistemi dual fuel metano-gasolio o GPL-gasolio. Ma una delle prospettive più interessanti per le auto a gas è senza dubbio quella del biometano. Il biometano può essere efficientemente prodotto da diverse fonti, tanto da rifiuti come da coltivazioni dedicate. La sua composizione è la stessa del gas proveniente dall'estrazione di gas naturale, consentendo dunque miscele a qualsiasi percentuale senza problemi per i motori dei veicoli. Inoltre il biometano può essere trasportato e distribuito convenientemente nelle reti del gas naturale.

Le ricadute economiche ed occupazionali di uno scenario di maggiore sviluppo dell'auto a gas in Italia determinerebbero la creazione di maggiore valore aggiunto e maggiore occupazione rispetto a quanto accadrebbe se, invece, fossero premiate le motorizzazioni diesel e benzina. La produzione raggiungerebbe +5,0 miliardi di € in media annua nel 2020, per poi scendere a +4,3 miliardi di euro nel 2030; il valore aggiunto si attesterebbe a +1,6 miliardi di euro nel 2020 e +1,3 miliardi di euro al 2030. Infine, la nuova occupazione creata, espressa in unità di lavoro standard, ammonterebbe a +27.300 unità nel 2020 e +22.700 unità nel 2030. Uno scenario di "reshoring", ovvero di un progressivo rimpatrio di attività dall'estero, porterebbe al 2030 a quasi 3,9 miliardi di euro di nuovo Valore Aggiunto e a 74.000 occupati nel 2020 e quasi 66mila posti di lavoro aggiuntivi a tempo pieno nel 2030, triplicando così i valori dello scenario base adottato.

Le dichiarazioni - “Le auto a gas - ha dichiaratoedo-ronchiok.jpg Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile - sono una delle tecnologie ponte a basso impatto ambientale che può contribuire a ridurre l'inquinamento dell'aria nelle città, ma non solo, può far bene all'occupazione e all'economia. In Italia c'è una filiera di imprese che ci rende leader nel mondo e che può crescere. Un caso esemplare di green economy dove miglioramenti ambientali producono vantaggi economici e occupazionali.”
“Sono molti gli stimoli - ha affermato Francesco Franchi, presidente di Assogasliquidi Federchimica - che l'Europa ci sta dando per la promozione dell'uso delle auto a gas, a partire dalla recente Direttiva europea sui carburanti alternativi che prevede l'obbligo, da parte di ogni Stato membro, di redigere un proprio programma nazionale che comprenda politiche di sviluppo a favore di questi carburanti. L'Italia deve fare la sua parte, a maggior ragione come Stato membro leader nel settore. Dobbiamo cogliere questa opportunità di sviluppo sostenibile e di crescita economica nel Paese”.
“Le autovetture a GPL e metano in Italia sono più di 2 milioni e 700 mila - ha dichiarato Alessandro Tramontano, presidente del Consorzio Ecogas - , pari ad oltre il 7% del circolante. Numeri che potrebbero essere molto più importanti, a tutto vantaggio dell'ambiente e dell'occupazione, con la ripresa di politiche di incentivazione. Negli anni scorsi le immatricolazioni a gas sono arrivate a toccare il 21% del mercato e le trasformazioni sono state anche 270.000 all'anno, mentre nel 2014 ci fermeremo purtroppo a non più di 100.000 unità”.

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Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile
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