Animalìe. Il Wwf cerca volontari per gli orsi. Il fotografo russo e le tartarughe al Sud. Squali al mercato
Un pescecane in vendita nel mercato ittico di Catania. Sulle spiagge di Ragusa i nidi di testuggine. Iniziative in Abruzzo
Fatevi sotto. Il Wwf cerca volontari per iniziative a favore dell’orso marsicano. Sono molte le storie di tutela degli animali: oltre agli orsi, in Sicilia nuovi nidi di testuggine caretta caretta ma anche tranci di squali al mercato
Le attività per l’orso marsicano
Per candidarsi è sufficiente scrivere una mail all'indirizzo del Wwf Abruzzo: [email protected].
Tra le attività vi sono incontri pubblici, flash mob, campi di volontariato, distribuzione e montaggio di recinti elettrificati, iniziative di sensibilizzazione rivolte a bambini e adulti, potature e recupero di alberi da frutto, ricerca di segni di presenza, pulizia di sottopassi lungo i principali corridoi ecologici, fondamentali per ampliare l'area le dell'orso, attività di conservazione, informazione e sensibilizzazione. Infatti, per conservare l'orso marsicano è fondamentale anche diffondere le giuste conoscenze sulla specie e sui corretti comportamenti che dobbiamo avere nelle sue aree di presenza, per evitare ogni forma di disturbo che possa pregiudicare gli sforzi messi in campo.
Il volontariato è anche un'ottima occasione per tornare in natura partendo da un rapporto rinnovato dopo il lockdown dovuto alla pandemia, per sentirsi parte integrante della natura, creare reti, relazioni ed un tessuto sociale sul quale basare la ripartenza.
La base operativa della campagna sarà la Riserva Naturale Regionale e Oasi Wwf "Gole del Sagittario", un'area con presenza stabile dell'Orso bruno marsicano e che da anni sperimenta buone pratiche di convivenza con il grande carnivoro. Ma le azioni verranno messe in campo anche al di fuori dell'area protetta, in particolare lungo i corridoi di collegamento tra Parchi e Riserve di Abruzzo, Lazio e Molise, fondamentali per garantire un futuro all'orso più raro d'Europa.
Il fotografo russo naturalista a Ragusa
Doppia sorpresa anticipata nelle spiagge del ragusano. Ad accorgersi delle tracce lasciate da "mamma tartaruga" è stato per primo un fotografo russo, Valentin Eshpai, giunto in Italia per un reportage fotografico su natura e paesaggi della Sicilia e bloccato poi in Italia dalle misure restrittive per il COVID19.
Il fotografo ha immediatamente segnalato la notizia agli attivisti Wwf di Pozzallo, grazie al cartello del progetto tartarughe posto all'ingresso della riserva naturale integrale di Cava Randello, tra Punta Braccetto e Scoglitti in provincia di Ragusa. Immediatamente si è attivata la rete tartarughe marine del Wwf, sostenuta anche dal Progetto europeo LIFE Euroturtles, e sono stati avvertiti Capitaneria di porto e Ripartizione faunistico venatoria. Sono giunti sul posto i volontari del panda Rino Strano, e Giombattista Di Giacomo che hanno confermato la presenza delle tracce e della caratteristica spianata. Oleana Prato, biologa marina del Wwf ed operatrice del progetto LIFE Euroturtles, autorizzata all'ispezione dei nidi, ha confermato la presenza del nido e delle uova sotto lo strato di sabbia. L'area è stata messa in sicurezza dal Corpo Forestale della Regione Siciliana. Proprio mentre si svolgevano le operazioni, alla biologa marina e al marito, Mehdi Rami, cade l'occhio su quella che sembrava a tutti gli effetti una seconda traccia di deposizione a pochi metri di distanza, probabilmente avvenuta qualche giorno prima. Anche questo nido è stato verificato e messo in sicurezza con recinto e tabella. Ancora un nido, il terzo, e ancora prescelta è stata la spiaggia di Randello (dell’omonimo Demanio Forestale) a circa due chilometri dai due nidi scoperti e messi in sicurezza dal Wwf nel territorio di Ragusa. Questa volta a segnalare la probabile escursione di una Caretta caretta è stato, ieri, un operaio della forestale, Vito Pavone. Il Wwf rivolge un appello alle amministrazioni costiere per non effettuare la pulizia meccanica delle spiagge, che danneggia le nidificazioni sia del fratino che della tartaruga marina, cancellando eventuali tracce e dunque compromettendo individuazione e difesa dei nidi.
"Se fossimo arrivati più tardi sul secondo nido di ieri, il passaggio del trattore, documentato dalla foto, avrebbe cancellato ogni traccia del passaggio della tartaruga marina, impedendoci di ritrovare l'area della deposizione delle uova" conclude Oleana Prato del Programma Tartarughe Wwf.
Lo squalo al mercato
La carcassa di uno squalo Mako (Isurus oxyrinchus) di circa 4 metri, una femmina adulta di oltre 30 anni di età, è stata sequestrata dalle forze dell’ordine di Catania nei giorni scorsi prima di essere venduta illegalmente da un commerciante all’ingrosso del pesce probabilmente come pesce spada. La pratica di pesca e commercio illegale sta mettendo a serio rischio la sopravvivenza della specie nel Mediterraneo.
L’esemplare, privo di testa, è stato rinvenuto dalle forze dell’ordine di Catania all’interno di una cella frigorifera di un commerciante all’ingrosso di pesce, presso il Maas di Catania. Pochi giorni prima, il 23 maggio, c’era stata la segnalazione di uno squalo mako, pescato e sbarcato illegalmente da un peschereccio proprio di Catania.
La specie protetta stava per essere venduta, probabilmente come pesce spada o altra specie per la quale il commercio è permesso, mettendo in luce l’ulteriore problema diffuso in Italia della frode alimentare che danneggia squali e consumatori. Secondo la guardia costiera italiana, infatti, lo squalo venduto come pesce spada è una delle tre frodi di pesca più comuni nel nostro Paese.
La normativa che protegge questi animali nei nostri mari è sicuramente complessa. Pertanto è fondamentale non solo aumentare i controlli, ma anche formare adeguatamente gli organi deputati al controllo, e veicolare informazioni chiare a pescatori e commercianti.
Un animale a rischio
La stagione di pesca al tonno rosso in atto in questi giorni rende ancora più urgente la necessità di fare chiarezza su questo tema. Come ogni anno, infatti, il Decreto che definisce le modalità della suddetta campagna e la distribuzione delle quote tonno tra i diversi attrezzi di pesca (Decreto Dirigenziale n. 8120 dell’8 maggio 2020 “Campagna di pesca del tonno rosso - Anno 2020”) indica anche il comportamento da tenere in caso di cattura accidentale di tonno rosso per quelle imbarcazioni che non sono autorizzate alla pesca diretta di questa specie (Art. 6), come molti palangari o imbarcazioni della piccola pesca, ovvero: è possibile sbarcare tonni catturati accidentalmente per una percentuale pari al 20%, in peso e/o numero, delle specie ittiche elencate nell'Allegato 1 al regolamento (UE) n. 2017/2107.
Va ricordato che la pesca al tonno, soprattutto quella effettuata con palangari, cattura accidentalmente molti squali, e molti di questi sono inclusi nell’Allegato sopracitato.
Il rischio è quindi quello che i pescatori considerino anche gli squali nel conteggio del 20%, e siano incitati a sbarcare erroneamente queste specie per poter sbarcare anche i tonni. Sebbene il decreto integrativo del 26 maggio (D.D. 9061) chiarisca che non devono considerarsi per tale conteggio le specie ittiche protette dalle normative nazionali e sovranazionali, altrettanta chiarezza non viene tuttavia fatta sul fatto che nessuna specie di elasmobranchi, protetta o meno, possa essere considerata in quanto non “tuna-like”, cioè specie affini ai tonni, secondo la definizione dell’ICCAT (Commissione Internazionale per la Conservazione dei Tunnidi dell’Atlantico).