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Danno ambientale in Italia, pubblicato il rapporto Snpa. È in testa lo sversamento di rifiuti

where Roma when Lun, 22/01/2024 who roberto

Il bilancio del biennio 2021-2022. Sono state portate a termine 156 istruttorie. Il link al rapporto pubblicato dall’Ispra

Nelle 156 istruttorie per danno rifiuti-1.jpgambientale aperte fra il 2021 e il 2022 dal sistema nazionale di protezione dell’ambiente Snpa e dall’Ispra, le principali cause o fonti di impatto ambientale sono soprattutto sversamento, abbandono o interramento rifiuti solidi nel suolo o in mare; scavi, sbancamenti e ripascimenti; scarichi o sversamento di rifiuti liquidi e reflui nel suolo, nel sottosuolo, in mare o nei corsi d’acqua; l’omissione di interventi di contenimento e controllo degli inquinanti al suolo; emissioni in atmosfera; abbattimento di alberi o di animali; costruzioni. Sono alcuni degli elementi contenuti nel nuovo rapporto Snpa (sistema nazionale di protezione dell’ambiente) intitolato “Danno ambientale in Italia: attività del Snpa e quadro delle azioni 2021-2022. Edizione 2023″ pubblicato dall’Ispra, rapporto che rappresenta un bilancio nell’ambito del percorso che, negli ultimi anni, il nostro Paese ha intrapreso in materia di danno ambientale.
In particolare, l’elaborato si propone di analizzare l’attività svolta dal Snpa in materia di danno ambientale, valutando i casi oggetto di danno ambientale con individuazione degli illeciti potenziali fonti di danno e l’evoluzione di tale tematica nel biennio 2021-2022.
 
Meno casi giudiziari
Nel biennio 2021-2022, nell’ambito del lavoro svolto dal Snpa per fornire il supporto tecnico richiesto al ministero dell’Ambiente finalizzato all’accertamento del danno e all’individuazione delle misure di riparazione, sono stati istruiti 27 nuovi casi. Nel complesso, i casi istruiti nel biennio 2021-2022, hanno riguardato in maniera prioritaria i casi oggetto di procedimenti amministrativi (18 casi) rispetto ai casi la cui la valutazione è stata destinata al supporto in procedimenti giudiziari (9 casi). Il minor numero di istruttorie per i casi giudiziari rispetto agli anni passati (39 nel 2017-2018 e 17 nel 2019-2020) è legato ad una sostanziale diminuzione degli incarichi ministeriali riguardanti questo tipo di procedure.
 
Gli impianti più esaminati
Sulla base dell’esperienza maturata nel lavoro istruttorio, sono individuabili le seguenti categorie di attività:
- impianti industriali: impianti tecnologici o di servizio dell’industria chimica, petrolchimica, siderurgica, per la produzione di energia, ecc., nella maggior parte dei casi soggetti ad autorizzazione integrata ambientale o aventi elevate capacità produttive a livello nazionale;
- impianti di gestione rifiuti: discariche e impianti autorizzati a svolgere attività di trattamento, recupero o smaltimento dei rifiuti;
- impianti di depurazione: impianti comunali di trattamento di acque reflue urbane o impianti consortili di trattamento di acque reflue urbane o industriali;
- discariche abusive: siti oggetto di smaltimento di rifiuti tramite deposito o interramento incontrollato e non autorizzato;
- rete, infrastrutture idriche, fognarie: attività di gestione di reti di approvvigionamento e distribuzione dell’acqua, di reti di raccolta delle acque reflue, di opere di derivazione, rilascio o sbarramento idrico per altri scopi;
- cantiere edile e infrastrutture: siti interessati da attività di costruzione di opere pubbliche o private;
- attività estrattive: siti interessati da attività autorizzate di escavazione ed estrazione di materiale minerario;
- traffico di rifiuti: attività illecite organizzate di trasporto, raccolta e gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti;
- altre attività: attività non ricomprese nelle categorie precedenti come piccole medie imprese, attività ricreative, fornitura di servizi, aree private, o azioni commesse da privati cittadini.
 
I danni più frequenti
Oltre al tipo di attività, nei casi istruiti è stato possibile identificare le principali cause o fonti di impatto, ossia i comportamenti o gli eventi in grado di determinare degli effetti negativi sull’ambiente, che sono stati oggetto di denunce o che sono oggetto di contestazione nei dibattimenti penali e nei contenziosi civili. Sulla base dell’esperienza maturata nel lavoro istruttorio, sono individuabili come categorie di cause e fonti
di impatto:
- sversamento, abbandono, interramento rifiuti solidi sul o nel suolo o in mare;
- scavi, sbancamenti, ripascimenti;
- scarichi o sversamento di rifiuti liquidi reflui nel suolo o sottosuolo, in mare o nelle acque superficiali;
- omissione di interventi di contenimento e controllo degli inquinanti al suolo;
- emissioni in atmosfera;
- abbattimento specie vegetali o animali;
- costruzioni e coperture.
 
Leggi il rapporto Ispra Snpa sul danno ambientale: https://www.isprambiente.gov.it/file...

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