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Le ecomafie. Nel 2020 ci sono stati 34.867 ecoreati, in media 95 al giorno (+0,6%)

where Roma when Lun, 22/11/2021 who roberto

A fotografare la situazione è il nuovo rapporto Ecomafia 2021 realizzato da Legambiente. Aumentano sia le persone denunciate (+12%) che gli arresti (+14,2%). Le regioni, i crimini e i numeri

Nel 2020, anno nero segnato dalla discarica-rifiuti.jpgpandemia Covid-19, le ecomafie non conoscono lockdown né pause, e non risparmia l’ambiente. In Italia nel 2020 sono 34.867 i reati ambientali accertati (+0,6% rispetto al 2019), alla media di oltre 95 reati al giorno, 4 ogni ora. A fotografare la situazione è il nuovo rapporto Ecomafia 2021, realizzato da Legambiente con il sostegno di Cobat e Novamont e edito da Edizioni Ambiente. Cresce l'impatto nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa (46,6% del totale) e aumentano sia le persone denunciate (+12%) che gli arresti (+14,2%).
 
Ecomafia e mafia
Sempre alta l’incidenza dei reati ambientali accertati nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (ossia Sicilia, Campania, Puglia e Calabria), esattamente 16.262, il 46,6% del totale nazionale, con 134 arresti, nel 2019 erano stati 86. Nella classifica regionale dei reati ambientali, Campania, Sicilia, Puglia sono le regioni più colpite; ma al quarto posto quest’anno sale il Lazio, con 3.082 reati e un incremento del 14,5% sul 2019, superando così la Calabria.
La Lombardia resta la regione con il maggior numeri di arresti.
Preoccupante anche il numero dei comuni commissariati per ecomafia sino a oggi, ben 32, dei quali 11 sono stati sciolti nei primi nove mesi del 2021.
"Nonostante il lockdown e l'arresto di tante attività vi è stato un ulteriore sviluppo delle violazioni del testo unico ambientale. Ancora una volta, emerge con chiarezza il primato delle regioni in cui sono radicate le mafie: Sicilia, Campania, Calabria, Puglia. Quattro regioni che rappresentano lo specchio di quanto sia importante contrastare le mafie. I reati ambientali non sono commessi dal singolo ma nascono da precisi programmi criminali e questo appare evidente nel dato degli incendi dei depositi di rifiuti". Così Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia.
 
Rallentano i reati con i rifiuti
Tra gli ecoreati commessi nel 2020, la flessione più significativa, probabilmente riconducibile ai periodi di chiusura di molte attività produttive durante i lockdown, è quella relativa al ciclo dei rifiuti, che in termini di illeciti accertati registra un -12,7% rispetto al 2019, ma più arresti (+15,2%). Ma le inchieste sviluppate contro i traffici organizzati di rifiuti (quelli più gravi, sanzionati ai sensi dell’articolo 452-quaterdecies del Codice penale) non hanno subito flessioni: sono state 27 nel 2020, in crescita rispetto al 2019, a cui se ne devono aggiungere altre 23 registrate da Legambiente dal 1° gennaio al 15 settembre di quest’anno. Dati che si riflettono anche sul valore complessivo del fatturato illegale, stimato da Legambiente nel 2020 in 10,4 miliardi di euro (-09 sul 2019), mentre aumenta quello sugli investimenti a rischio nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, dagli appalti alla gestione dei rifiuti urbani, che ha toccato quota 11,2 miliardi di euro. È quanto emerge dal Rapporto Ecomafia 2021 di Legambiente.
 
Qui Campania
Con 5.457 reati accertati di illegalità ambientale nel 2020, al ritmo di 15 reati al giorno, seppure con una leggerissima flessione degli illeciti (92 in meno rispetto al 2019), ma un incremento delle persone denunciate (ben 654, pari al 15,5% in più), degli arresti, più che raddoppiati (50 contro i 24 del 2019) e dei sequestri (131 in più nel corso del 2020), la Campania si conferma la regione dell'ecomafia a livello nazionale.
 
Qui Lombardia
Dal dossier annuale emerge che la Lombardia continua ad essere uno dei territori in cui l’illegalità ambientale si dimostra più pervasiva e diffusa: è la prima regione del nord e la settima in Italia per reati accertati con 1.897, il 5,4% di quelli contestati in Italia, 2.613 persone denunciate, 62 arresti e 561 sequestri. In particolare, risulta terza per numero di incendi in impianti di trattamento, smaltimento e recupero rifiuti, con 146 reati, l’11,3% del totale nazionale. La regione risulta anche quarta per reati nel ciclo illegale dei rifiuti con 577 delitti il 6,9% del totale nazionale, tra i quali emergono nello specifico il 38,7% di rifiuti industriali e metalli pesanti e il 38,3% di fanghi di depurazione contaminati. Nella graduatoria nazionale, Brescia rientra nelle prime 20 province in Italia per questo tipo di illeciti, al 13° posto con 92 reati accertati. “La Lombardia continua ad essere sotto attacco della criminalità ambientale – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – . Non si deve assolutamente abbassare la guardia su illeciti che hanno conseguenze potenzialmente devastanti per l’ambiente, soprattutto in questo momento che ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) stanno arrivando sul territorio. Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, opere chiave della transizione ecologica”.
 
Allarme per boschi e fauna
Nel 2020 in Italia è codice rosso per boschi e fauna. Sono 4.233 i reati relativi agli incendi boschivi (+8,1% rispetto al 2019), 8.193 gli illeciti contro gli animali, poco meno di uno ogni ora. Da soli, i reati contro la fauna rappresentano il 23,5% del totale dei reati ambientali, con 6.792 persone denunciate, oltre 18 al giorno, 5.327 sequestri effettuati e 33 arresti. Numeri sicuramente in difetto rispetto alla realtà, sia per l’esiguità dei controlli effettivi (principalmente nelle aree interne e naturali), sia, soprattutto, per la scarsa efficacia del sistema sanzionatorio, ancora privo di delitti adeguati alla gravità dei fatti.
 
Le proposte della Legambiente
Dieci proposte per contrastare gli ecoreati presentate dalla Legambiente. Eccole: inserire, come primo provvedimento utile, i delitti ambientali previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l'improcedibilità; approvare delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico e introduzione nel Codice penale dei delitti contro gli animali; ripristinare, se necessario con una modifica legislativa, la corretta attuazione da parte delle prefetture di quanto previsto dall’articolo 10-bis della legge 120/2020, che ne stabilisce il potere sostitutivo in tutti i casi, anche antecedenti all’approvazione della norma, di mancata esecuzione da parte dei comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi. E ancora, inasprire le sanzioni previste contro i traffici illegali di rifiuti; emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente; garantire l’accesso gratuito alla giustizia da parte delle associazioni, come Legambiente, iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore e impegnate di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria in qualsiasi grado di giudizio nel perseguimento dei propri fini statutari.

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