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C’è poco da festeggiare. Solo la crisi abbatte lo smog italiano

where Roma when Gio, 29/08/2013 who matteo

La conferma arriva dal nuovo report ambientale dell’Istat: meno traffico rispetto all’anno nero dell’inquinamento (il 2011) e – buona notizia – più eco-automobili sulle strade. Ma al centronord tutte le grandi città sforano i limiti europei per le micidiali polveri sottili. Aumenta dell’1% il verde urbano

La crisi abbatte i consumi e, di riflesso, lo smog. Secondo i dati più recenti dell’Istat, in Italia scendono infatti la cattiva qualità dell’aria – con il nord che rimane comunque sotto la cappa delle polveri sottili – così come la densità del traffico, sia per la rinuncia a un mezzo proprio che per il caro-benzina.
Allo stesso tempo aumentano le auto attente all’ambiente e le città, comprese le big, guadagnano sempre più spazi verdi.
Pm 10: “solo” 52 giorni di sforamento – È insomma una fotografia a 360 gradi quella scattata dall’Istat nel nuovo report sui dati ambientali e la qualità dell’ambiente urbano del paese.
I numeri chiave. Scendono i giorni consentiti di sforamento oltre la soglia per l’inquinamento da pm 10: nel 2012 sono stati 52 contro i 59 del 2011 (anno nero dello smog) i capoluoghi dove si è andati oltre i 35 giorni critici. Ma al nord il problema rimane: qui sono i primi dieci comuni inquinati dalle polveri sottili, con le eccezioni Frosinone (seconda) e Siracusa (nona). Riescono invece a fare meglio il centro e il sud. Vanno bene i grandi comuni, dove i picchi diminuiscono quasi ovunque, a parte Bologna (più quattro giorni), Firenze (più dieci) e Napoli (più 24). Ma sotto il tetto dei 35 superamenti, tra le grandi città rimangono soltanto Genova, Bari, Messina e Catania, chiaramente agevolate dal clima e dalla ventilazione.
Le auto ecologiche superano quelle inquinanti – Tra le buone notizie c’è che il parco auto italiano è sempre più ecologico. La diffusione delle autovetture meno inquinanti nel 2012 ha per la prima volta superato quella delle più inquinanti.
In realtà, spiega l’Istat, complessivamente gli italiani sono meno motorizzati: l’anno passato il tasso di motorizzazione è risultato di circa 609 autovetture per mille abitanti, arrestando la crescita ininterrotta degli ultimi dieci anni. Diminuisce anche la domanda di trasporto pubblico (meno 7,4% rispetto all’anno 2011) con il parallelo aumento delle tariffe. La spiegazione principale, secondo il Codacons, si trova nella situazione economica: “È un chiaro indice della grave crisi in corso, insieme con la riduzione degli spostamenti”. Così, il miglioramento della qualità dell’aria sarebbe – secondo l’associazione dei consumatori – sarebbe dovuto principalmente alla riduzione dei veicoli in circolazione.
31,4 metri quadri di verde urbano a testa – Nota lieta, infine, è l’aumento del verde nelle città, anche se in minima percentuale: più 1% rispetto al 2011. Cosa che comunque consente a ciascun cittadino di avere a disposizione in media uno spazio di verde urbano pari a 31,4 metri quadrati.
Nel 2012 il verde urbano rappresenta il 2,8% del territorio dei comuni capoluogo di provincia, pari a oltre 570 milioni di metri quadrati. A elevato profilo green sono 16 comuni, ossia il 13,8% dei capoluoghi: sette in Lombardia (Como, Monza, Brescia, Pavia, Lodi, Cremona e Mantova), oltre a Prato, Matera e Reggio Calabria e sei grandi città come Genova, Trieste, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari.

Scarica subito il rapporto ambientale dell’Istat!

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