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Alcoa, Glencore lascia. Mse: ”Voleva pagare l’energia sotto i 25 euro/MWh”

where Roma when Lun, 01/10/2012 who redazione

Trattativa interrotta, perché la multinazionale svizzera partiva dalla condizione imprescindibile di una riduzione del costo dell’elettricità. Il governo: “Non è linea col prezzo medio, né con le norme comunitarie sugli aiuti”
 

Meno una. La Glencore rinuncia a Alcoa, deludendo in tal modo le speranze dei lavoratori dell'azienda di trovare presto un acquirente per lo stabilimento di Portovesme per la produzione di alluminio primario, già in fase di fermata. È sfumata, infatti, la trattativa con la multinazionale svizzera, che già controlla la vicina Portovesme srl, la quale ha inviato una lettera di rinuncia al ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera e al governatore sardo Ugo Cappellacci.
Una rinuncia, si è detto, legata al costo dell'energia elettrica. Nei giorni scorsi la Glencore aveva posto al Governo una condizione imprescindibile per l'apertura di una trattativa per
l'acquisizione dello stabilimento sardo: il costo dell'energia per i prossimi 10 anni non avrebbe dovuto superare i 25 euro/MWh, richieste ritenute non compatibili dal Mse, perché non in linea con il prezzo medio dell'energia in Europa e con le attuali norme comunitarie in materia. “Vi confermiamo che allo stato attuale e in questa situazione - ha scritto il manager Daniel Goldberg - non siamo interessati a proseguire il discorso, anche in ragione del fatto che l'attuale gestore dell'impianto, alle stesse condizioni, accumula perdite rilevanti, che hanno portato alla decisione di chiudere lo stabilimento”.
Ma c'è ancora uno spiraglio. “La Glencore - spiega l'amministratore delegato della Portovesme srl, Carlo Lolliri - qualora fossero possibili soluzioni alternative atte a creare
condizioni certe ed economicamente sostenibili è a disposizione per un confronto”.
Il ministro Passera, preso atto della rinuncia degli svizzeri, non si arrende: “Le trattative per Alcoa non sono fallite. Una delle aziende si è detta interessata solo con costi dell'energia che non sono né quelli di mercato né quelli autorizzati dalla Ue. Ce ne sono fortunatamente altri, continueremo a cercarli''. Mentre l'assessore regionale dell'Industria,
Alessandra Zedda, annuncia che “la Regione Sardegna continuerà nella sua opera di componimento di un tavolo unico con il Governo. Semmai chiederemo che ci sia un altro interlocutore, che è l'Enel”.
Delusione tra gli operai di Portovesme, in mobilitazione da mesi, mentre politica e sindacati chiedono l'intervento immediato del Governo. Per questi ultimi, “questa rigidità del Governo dimostra l'incapacità a comprendere la situazione del territorio”, osserva Roberto Forresu, della Fiom Cgil. L'energia a 25 euro/MWh può essere una cifra irraggiungibile, ma questo “prendere o lasciare del Governo è assurdo. La vertenza ora deve essere affrontata a Palazzo Chigi”.

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