Data center, l’Italia può attirare 23 miliardi di investimenti in Italia entro il 2030
Ma rimane l’enorme questione del fabbisogno energetico. Milano traina la crescita del settore in Italia. Su 513 megawatt di potenza installata sul territorio nel 2024, 317 megawatt sono in Lombardia.
23 miliardi di euro di investimenti entro il 2030: è questa la stima per il mercato dei data center che l’Italia è in grado di attirare, stando ad una stima di The European House Ambrosetti (Teha) contenuta in una ricerca che sarà presentata al Technology Forum 2025 in programma l’8 e il 9 maggio a Stresa, sul Lago Maggiore.
Sono quasi tutti in Lombardia
L’Italia ospita il 7,6% dei data center europei e si colloca al quinto posto in Europa, dodicesima a livello mondiale. A livello geografico è la Lombardia, e in particolare Milano, a trainare la crescita in Italia. Su 513 megawatt di potenza installata sul territorio nel 2024, 317 megawatt sono in Lombardia. La regione pesa per il 61,8% del totale con il capoluogo che da solo rappresenta il 46,4% della capacità. Secondo le proiezioni di Teha, entro il 2028 il volume globale di dati passerà da 149 a oltre 394 zettabyte (trilioni di gigabyte). Di conseguenza, ci sarà bisogno di soluzioni scalabili ed efficienti e i data center hyperscale (le infrastrutture più potenti, costruite per scalare in fretta e ottimizzare le risorse) dovrebbero costituire il 60% della capacità complessiva in Italia nel 2029. A questi si affiancano infrastrutture distribuite e di dimensione più contenuta.
Le criticità
Tuttavia, il boom del settore presenta più di una problematica, stando alla ricerca, a partire dall’enorme quantità di energia che queste strutture consumano: il rischio, secondo Teha, è di vedere il fabbisogno energetico nazionale raddoppiare. Per evitare una crisi del sistema, il ministero delle Imprese sta lavorando con il think tank per definire una roadmap nazionale. Oltre al fabbisogno energetico, che rischia di raddoppiare a livello nazionale senza una razionalizzazione delle risorse vi è anche una scarsità di personale qualificato ma anche la necessità di adeguamento delle infrastrutture, tenendo conto che per pianificare e realizzare un data center servono in media 18-24 mesi.
Il nodo più difficile da sciogliere rimane comunque quello dell’energia. La produzione di rinnovabili sta aumentando e la ricerca si aspetta una crescita di 42 terawattora tra il 2020 e il 2028. Tuttavia, il sistema di distribuzione rischia comunque di andare in sovraccarico, dal momento che i data center sono costruzioni energivore e il loro consumo potrebbe salire di 6 terawattora nello stesso periodo di tempo.