La corsa al nucleare in Africa: ben dodici paesi vogliono il reattore
Numerosi i paesi - Sudafrica, Algeria, Egitto, Ghana, Kenya, Marocco, Namibia, Nigeria, Senegal, Tanzania, Tunisia e Uganda - che hanno interesse per l’energia atomica
Il Sudafrica, il solo nel continente a disporre di una centrale nucleare e molte altre in arrivo, potrebbe essere ben presto affiancato da altri paesi nella corsa ai reattori. La fame di energia in Africa è dunque un problema serio, dato che il 24% della popolazione che abita nella regione subsahariana non ha accesso all'elettricità e l'industria affronta 56 giorni di blackout all'anno.
È comprensibile allora che ben undici nazioni - Algeria, Egitto, Ghana, Kenya, Marocco, Namibia, Nigeria, Senegal, Tanzania, Tunisia e Uganda - stiano pensando di voltare pagina e adottare il nucleare. Lo rivela Anton Khlopkov, direttore del Centro studi sull'energia e la sicurezza di Mosca, che la scorsa settimana è intervenuto - secondo quanto riporta il sito web dell'Iss - a un incontro dell'Institute of security studies a Pretoria. Secondo Khlopkov, queste nazioni africane rappresentano un quarto dei 45 paesi totali in corsa verso l'energia fissile; prima del disastro della centrale di Fukushima, in Giappone, erano addirittura 60.
La Russia potrebbe rappresentare un attore-chiave per lo sviluppo nucleare dell'Africa. Primo paese al mondo per quantità di energia esportata (il 25% del volume mondiale e un giro d'affari di 6,4 miliardi di dollari annuo), attraverso la compagnia statale Rosatom ha già progettato 38 centrali in dieci nazioni; e in cantiere ce ne sono altre 25 in 12 differenti paesi. Ora sta cercando di ottenere l'appalto sia per quelle sudafricane sia per quelle in Nord Africa: Marocco, Algeria ed Egitto.
Il progetto più ambizioso, dopo quello sudafricano, è quello egiziano: due impianti da 4.800 MW entro il 2030. Seguono il Kenya e la Nigeria, con quattro unità da 4mila MW, e l'Algeria, due unità da 2.400 MW per il 2030.