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Mercato elettrico unico: l'Italia prende tempo sul regolamento UE

where Roma when Mar, 18/09/2018 who roberto

Il sottosegretario Davide Crippa annuncia una pausa di riflessione: occorre valutare se sono più convenienti i meccanismi di capacity o le riserve strategiche

L’Italia si è presa una pausa di riflessionemercato-elettrico.jpg in merito al "Regolamento sul mercato interno dell'energia elettrica". Il nostro Governo ha infatti deciso di ritirare la propria firma dal Working Paper 10008/2018, concedendosi più tempo per approfondire e, ove necessario, rimodulare le proprie posizioni, secondo gli indirizzi dell'attuale esecutivo.
 
"Ci siamo fermati - ha detto il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Davide Crippa - perché riteniamo sia necessario valutare, in termini di impatto, se siano più convenienti meccanismi flessibili di capacity o una riserva strategica sul modello tedesco che, anche se attiva solo nei picchi di domanda, possa comunque causare danni alla salute dei cittadini. Tutto ciò per limitare le distorsioni e creare una vera Unione dell'Energia, allocare efficientemente le risorse pubbliche su scala europea e favorire una transizione energetica rapida, coordinata e coesa in tutta la Ue, evitando che tali meccanismi favoriscano centrali poco sostenibili da un punto di vista ambientale”.
 
“Qualora, in ultima istanza - aggiunge Crippa - si reputasse necessaria l'introduzione di meccanismi di regolazione delle capacità a livello di Stati Membri, per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'Unione, riteniamo che questi ultimi vadano indirizzati ad impianti che rispettino, quanto più possibile, standard emissivi tali da tutelare la salute dei cittadini e l'ambiente”.
 
“Riteniamo inoltre - conclude Crippa - che qualora si pervenisse ad un accordo in tal senso tra Consiglio Ue e Parlamento europeo, esso dovrà avviarsi in tempi rapidi, garantendo la valutazione dell'appropriatezza dei meccanismi esistenti che non dovessero essere necessari e/o non dovessero rispettare i limiti emissivi di cui sopra, contravvenendo così agli obiettivi di decarbonizzazione dell'Unione europea”. 

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