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Relazione Autorità - Crescono i clienti domestici sul mercato libero elettrico, ma i prezzi sono ancora alti

where Milano when Lun, 29/06/2015 who michele

Lo rileva Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia nella sua relazione annuale al capitolo sul mercato elettrico. Per la fascia fino a 2.500 kWh/anno, che è quella nella quale si concentra gran parte delle famiglie italiane, i prezzi al netto delle imposte sono inferiori dell’8%

Nel 2014 oltre 3,5 milioni di clienti, cioè il 9,6%, ha cambiato fornitore almeno una volta durante l’anno, pari ad un quarto del totale dell’energia distribuita. Il segmento più dinamico rimane quello della media tensione, il cui tasso di switching è del 28,7%. Consistente lo spostamento dei consumatori domestici verso il mercato libero: l’8,1% nel 2014 ha cambiato fornitore, contro il 7,4% del 2013. Lo rileva Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia nella sua relazione annuale al capitolo sul mercato elettrico.mercatoelettrico.jpg
Il mercato libero è conveniente per le piccole imprese, non per i domestici - In totale i clienti domestici sul mercato libero sono il 28,3%, contro il 24% del 2013. Per i domestici il mercato libero presenta però prezzi medi più elevati rispetto alla ‘tutela’, con un  differenziale rilevante (+19% circa per  quanto riguarda la sola componente ‘materia prima energia’); per i clienti non domestici in bassa tensione (negozi e piccole imprese) il mercato libero risulta invece più conveniente (-4,5%).

Bene il vincolato per i consumi bassi (-16%), un salasso per l’industria +25% - Anche nel 2014 i consumatori domestici italiani con consumi medio-bassi (fino a 2.500 kWh/a) hanno pagato prezzi dell’energia elettrica inferiori a quelli mediamente praticati nell’Unione europea e nell’Area euro, sia al netto, sia al lordo delle imposte e degli oneri. I prezzi per le restanti classi di consumo sono invece superiori.  Per la prima classe di consumo (< 1.000 kWh/anno), i prezzi italiani risultano inferiori del 16% sia al netto, sia al lordo delle imposte rispetto all’Area euro. Per la seconda fascia (1.000-2.500 kWh/anno), che insieme alla classe successiva è quella nella quale si concentra gran parte delle famiglie italiane, i prezzi al netto delle imposte sono inferiori dell’8% rispetto alla media dell’Area euro; la differenza sale al -9% conteggiando le imposte.

Per le fasce di consumo superiori i prezzi italiani risultano al contrario più alti della media dell’Area euro. In particolare, il prezzo al netto delle imposte per la classe di consumo intermedia (2.500-5.000 kWh/anno) è più alto del 9% rispetto alla media dell’Area euro, e del 10% al lordo delle imposte. Nel confronto con i principali Paesi europei al lordo delle imposte, per tutte le fasce di consumo, si fa sentire ancora una volta la progressività dei prezzi italiani, non presente in altre esperienze estere. Al netto della prima classe di consumo, il prezzo italiano risulta via via più elevato, mentre negli altri Paesi rimane relativamente costante o diminuisce. L’Italia continua a distinguersi anche per la progressività della componente fiscalità e oneri, diversamente da quanto accade in Europa nei principali Paesi. Al contrario, i prezzi per i consumatori industriali sono superiori a quelli dell’Area euro per tutte le classi di consumo, con differenziali intorno al 25% al lordo delle imposte (con l’eccezione della classe a maggiori consumi, che registra un +11%) e una situazione più variegata al netto, con differenziali più elevati (compresi tra il 20 e il 28%) per le categorie intermedie e quelli più bassi (+14 e +11%). Tuttavia la crescita dei prezzi è stata inferiore rispetto ad altri Paesi e alla media dell’Area euro. 

Cresce il numero di venditori nel libero, ma vendite in calo - Si conferma il trend già rilevato negli anni passati, che evidenzia una crescita significativa del numero di operatori, molti di piccole dimensioni, che vendono energia elettrica sul mercato libero: sono 450 contro i 386 del 2013. Nell’intero mercato della vendita finale Enel ed Edison si confermano i due gruppi principali: nel 2014 hanno venduto rispettivamente  84,2 TWh (34,1% del totale, era il 34,8% nel 2013 ) e 20 TWh (l’8,1% circa). Per quanto riguarda la distribuzione, Enel resta il primo operatore con la quota dominante dell’85%, gli altri operatori viaggiano su quote uguali o inferiori al 4%. La riduzione netta delle vendite sul mercato libero registrata nel 2014 (-3,6TWh, su un totale di circa 186 TWh) è principalmente dovuta al calo registrato dagli operatori più grandi (-14,6%), in parte controbilanciata dagli aumenti per gli operatori medio-grandi (cioè quelli con vendite complessive tra 5 e 10 TWh).

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Lampada a incandescenza su fondo di grafici
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