Carburanti. L’Aie suggerisce di usare più biodiesel. Due studi
Secondo l’Assitol, contro l'inquinamento e il riscaldamento globale il combustibile di origine vegetale può fare la differenza. Competizione con l’elettrico
L'Agenzia Internazionale dell'Energia, l’organismo di Parigi che riunisce i Paesi Ocse, raccomanda di puntare sul biodisel nei trasporti e due studi indipendenti confermano l'importanza del suo impiego nella mobilità cittadina.
Contro l'inquinamento ed il riscaldamento globale, il biodiesel può fare la differenza. Lo sottolinea Assitol, l'associazione italiana dell'industria olearia, commentando le recenti indicazioni dell'Agenzia Internazionale per l'Energia, che consiglia di puntare su quote sempre maggiori di fonti rinnovabili e, in particolare, sul biodiesel nei trasporti.
In particolare, l'organismo internazionale ritiene concreta la possibilità di superare l'obiettivo del 27%, fissato dalla Ue entro il 2030. "Secondo i calcoli dell'Agenzia - chiarisce Alastair Fraser, presidente degli imprenditori del settore - grazie all'accelerazione tecnologica degli ultimi anni, le fonti rinnovabili possono arrivare a coprire almeno il 34% del fabbisogno energetico europeo".
In questo quadro, l'agenzia parigina indica l'impiego dei biocarburanti di prima generazione e, in particolare, del biodiesel nei trasporti, come una delle opzioni più efficaci per accrescere il risparmio energetico.
"La Commissione Ue - ricorda Fraser - ha certificato che la prima generazione di biocarburanti, estratti da semi oleosi ha ridotto le emissioni del 35% nel trasporto su strada".
Due recenti studi condotti da società specializzate dimostrano la valenza ecologica dei veicoli che impiegano diesel di ultima generazione con l'aggiunta di biodiesel rispetto all'auto elettrica, indicata di recente come la scelta migliore per combattere le emissioni nocive in città. Il primo, realizzato da Ricardo, centro di ricerca di grande prestigio nel campo dell'automotive, ha testato le automobili Euro6d, per verificarne il rispetto dei limiti relativi alle emissioni inquinanti (PM e NOx). La ricerca dimostra che questa tipologia di veicolo, in condizioni normali di guida, resta ben al di sotto dei limiti europei.
L'altro studio si deve ad Aeris-Europe, azienda specializzata in modellistica atmosferica, che ha effettuato uno studio sulla qualità dell'aria, ipotizzando due diversi tipi di scenario, tra il 2025 ed il 2030, in numerose città dell'Europa. Nella prima ipotesi il parco auto era composto da veicoli diesel Euro 6d, nella seconda esclusivamente da automobili elettriche a zero emissioni. Contro ogni aspettativa, nel 99% dei casi, la sostituzione completa del parco auto, che si trattasse di diesel o di energia elettrica, ha registrato identici valori per quanto riguarda la qualità dell'aria. Tra auto elettrica e nuovi diesel, insomma, non ci sarebbe alcuna differenza. Per giunta, come accertato anche da queste ricerche, a pesare sulla percentuale delle famigerate polveri sottili, oggi è soprattutto il riscaldamento delle case.