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Caro energia. Tutte le reazioni ai provvedimenti

where Roma when Lun, 21/03/2022 who roberto

I dubbi di CGIA e Confindustria, l’allarme sui cinti di Assopetroli-Assonergia e i conti che non tornano di UNC

Il varo del decreto-legge controdraghi.jpg il caro-energia ha suscitato molte reazioni: sia le categorie produttive che i consumatori parlano di soluzioni “timide”, mentre alcuni operatori le definiscono decisamente dannose. Ecco le opinioni di CGIA, Assopetroli-Assoenergia, Confindustria e Unione Nazionale Consumatori.  
 
Cgia: bisognava fare di più, anche l’erario ha guadagnato
Nonostante il Governo abbia deciso di tagliare di 25 centesimi il prezzo di benzina e gasolio sino alla fine di aprile, per l’Ufficio studi della CGIA è necessario fare di più. Le coperture - ha detto il Premier Draghi in conferenza stampa - saranno recuperate con la tassazione degli extraprofitti realizzati in questi ultimi mesi dalle aziende produttrici di energia. Insomma, visto che la manovra nel suo complesso non graverà sulle casse dello Stato, bisognava avere più coraggio. Ricordiamo, altresì, che tra i “beneficiari” di questa straordinaria situazione c’è anche l’erario che, grazie all’aumento dei prezzi dei carburanti, dal gennaio 2021 fino ad oggi può contare su un extragettito di oltre 1,5 miliardi di euro. Come potenziare la misura presa ieri sera dal Governo? Ad  esempio riducendo del 50 % le accise su benzina e gasolio per autotrazione, portandone così il prezzo alla pompa rispettivamente a 1,74 e 1,78 euro al litro. Il costo per le casse pubbliche sarebbe stato sicuramente importante; almeno 1,5 miliardi di euro al mese, ma necessario per alleggerire con forza i costi che stanno mettendo in grossa difficoltà i bilanci di tantissime famiglie e altrettante imprese.
 
Assopetroli-Assoenergia: rischiamo un danno economico enorme
“Già da oggi - rileva Andrea Rossetti, presidente di Assopetroli-Assoenergia - i carburanti ad accisa assolta già immagazzinati nei depositi commerciali e negli impianti stradali di distribuzione subiranno una fortissima svalutazione rispetto al prezzo di carico. In assenza di correttivi immediati, si rischia di arrecare un danno economico enorme al sistema distributivo che, peraltro, è prostrato da un’impennata dei prezzi senza precedenti e da una fortissima crisi di liquidità. Occorre identificare immediatamente meccanismi compensativi (credito d’imposta) a favore della distribuzione di carburanti ad accisa già assolta, per evitare che il taglio di accisa danneggi il settore distributivo in misura che non è possibile in alcun modo sostenere”.
 
Confindustria: serviva un taglio strutturale

Confindustria esprime forti perplessità, nonché delusione, su quanto ha deciso dal Consiglio dei Ministri.  In particolare, gli industriali parlano dell’indisponibilità a un taglio strutturale delle accise sui carburanti, che porta ad una limatura per soli 30 giorni di pochi centesimi di accise per litro. Certo, è una misura rinnovabile nel tempo, ma l’effetto sul prezzo finale al consumo è ben inferiore agli aumenti in corso; la rateizzazione per le imprese delle bollette relative ai soli mesi di maggio e giugno è accompagnata da garanzie pubbliche sui prestiti contratti per fare fronte ai maggiori costi delle imprese, quindi un meccanismo che da una parte non è immediatamente applicabile, dall’altra continua a inondare il sistema nazionale con misure che mal si conciliano con la logica dei flussi mensili, ma soprattutto generano indebitamento per gli operatori senza incidere sul reale problema del costo dell’energia per il settore industriale che questa disposizione non affronta;  il calcolo dei cosiddetti “extraprofitti” degli operatori che importano e realizzano operazioni di trading energetico, per come illustrato in conferenza stampa, cioè sulla base di indici presuntivi sull’IVA, visto che non è ancora dettagliato, si espone nuovamente e oggettivamente al rischio di impugnative costituzionali.
 
UNC fai i conti in tasca
Secondo il decreto ministeriale, il taglio delle accise contro il caro-carburanti è di 25 cent fino ad aprile. "È evidente che 25 cent sono meglio di 8,5, ma si tratterebbe comunque di un ribasso inadeguato e insufficiente. Nei giorni scorsi ne avevamo chiesti il doppio, almeno 50 cent" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "In pratica, conteggiando anche l'Iva al 22%, i prezzi si ridurrebbero di circa 30 cent, 30,5 cent, ossia, prendendo gli ultimi dati ufficiali del Mite, secondo i quali la benzina in modalità self service viene venduta in media a 2,185 euro al litro e il gasolio 2,155 euro al litro, i carburanti scenderebbero sia sotto la soglia di 2 euro che sotto la soglia di 1,9 euro, ma non tornerebbero nemmeno ai livelli precedenti il conflitto, ai valori pre-guerra. La benzina, infatti, con la riduzione delle accise arriverebbe a 1,88 euro (era 1,869 nella rilevazione settimanale del 28/02/2022) e il gasolio si attesterebbe addirittura a 1,85 euro (era 1,740 euro il 28/2). Per il servito, ovviamente, sarebbe ancora peggio" conclude Dona.

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