Petrolio. Negli Stati Uniti l'import dall’estero ai minimi storici: mai così dal 1973
All’origine ci sono i tagli alla produzione dell’OPEC, la minore domanda complessiva di petrolio e il calo della domanda di greggio
Nel 2020 gli Stati Uniti hanno registrato il livello più basso di importazioni di greggio dall’Opec dal 1973. Lo rivela il bollettino di EIA, secondo cui in media dall’estero sono arrivati in America poco più di 800mila barili/giorno. All’origine di questa svolta vi sono diversi fattori, tra i quali sicuramente figura il calo della domanda complessiva, assieme al taglio della produzione dei Paesi esportatori tradizionali - come i Paesi del Golfo Persico - per far aumentare i prezzi e, soprattutto, la crescente produzione interna Usa, in particolare il greggio di qualità leggera e media.
Primo produttore
Nel 2015, anche in virtù delle nuove tecnologie di estrazione che consentono di raggiungere gli idrocarburi intrappolati nelle rocce di scisto, gli Stati Uniti sono diventati il primo produttore mondiale di petrolio e gas. Secondo dati pubblicati dalla Bp nel rapporto annuale (Statistical Review of World Energy), gli Stati Uniti hanno superato nel 2014 l'Arabia Saudita come primi produttori di petrolio, con una produzione complessiva di 11,6 milioni di barili al giorno (+15,9% su anno) contro gli 11,5 milioni dell'Arabia Saudita e i 10,8 milioni della Russia.
Import dal Canada
Non sono calate, tuttavia, le importazioni americane da membri non OPEC, in particolare dal Canada, a causa della grande varietà di petrolio canadese che la zona shale statunitense non produce. Tra il 2005 e il 2020, le importazioni di petrolio greggio negli Stati Uniti dal Canada sono più che raddoppiate, raggiungendo una media di 3,6 milioni di barili al giorno. Di conseguenza, la quota del Canada sul totale delle importazioni di petrolio greggio dagli Stati Uniti è aumentata e ha raggiunto una quota record del 61% lo scorso anno, ha detto l’EIA.
Export gas
Intanto, sempre nelle prime settimane di aprile le esportazioni di gas statunitense verso il Messico hanno toccato valori massimi per quasi 7 miliardi di piedi cubi al giorno. La crescita delle forniture è stata incoraggiata dall’aumento delle temperature in Messico – attorno ai 25 gradi Celsius, circa 5 gradi in più della media stagionale – , che hanno causato una maggiore richiesta di elettricità per il condizionamento.