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Trivelle addio, la Lega invia un’interrogazione a Conte e Patuanelli

where Roma when Lun, 18/01/2021 who roberto

L’intenzione del ministro dello Sviluppo economico vanificherebbe tutte le attività intraprese in due anni per la predisposizione del PiTeSai

Vietare le trivellazioni su tutto il stop-trivelle.jpgterritorio nazionale con un provvedimento ad hoc non solo vanificherebbe tutte le attività intraprese in due anni per la predisposizione del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee ma, soprattutto, avrebbe conseguenze disastrose sul piano energetico, ambientale, economico e occupazionale per il nostro Paese. È questa la protesta della Lega, espressa dai senatori Paolo Arrigoni, responsabile del Dipartimento Energia della Lega, e Paolo Ripamonti, vicepresidente della Commissione Industria a Palazzo Madama, che hanno depositato insieme ad altri colleghi un’interrogazione al Premier Conte e al Ministro Patuanelli dopo che l’intenzione del Movimento 5 Stelle di inserire nuovamente la norma in un provvedimento ad hoc è stata resa pubblica ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.
 
“Non possiamo permettere – scrivono – che venga dato il colpo di grazia alle nostre eccellenze industriali e per questa ragione chiediamo al Governo se davvero intende confermare le preoccupanti dichiarazioni rilasciate a fine dicembre dal Ministro dello Sviluppo Economico. Entro l’11 febbraio 2021, a due anni dalla legge di conversione del febbraio 2019, il MISE di concerto con il Ministero dell'ambiente era tenuto ad approvare il PiTESAI, al fine di individuare un quadro definito di riferimento delle aree dove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale, volto a valorizzare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica”, ricordano Arrigoni e Ripamonti. “Ad oggi però il Governo PD-M5S, con la scusa dell’imminente approvazione, non ha fatto altro che sospendere sia i procedimenti amministrativi relativi al conferimento di nuovi permessi di prospezione o di ricerca di idrocarburi, sia i quelli in essere con la conseguente interruzione di tutte le attività”.
 
Addio eccellenze industriali
“Lo stop allo sfruttamento delle georisorse del nostro Paese – ricordano ancora i senatori leghisti – esporrebbe l’Italia alla totale dipendenza energetica dall’estero, con particolare riferimento al gas naturale, fonte energetica alla quale il PNIEC attribuisce un ruolo importante per la transizione energetica nel medio termine e sulla quale la UE punta per la produzione dell’idrogeno. Significherebbe anche un ulteriore rincaro dei costi dell'energia per le famiglie e le imprese, oltre alla chiusura di eccellenze industriali come il distretto di Ravenna o la Val d'Agri e Tempa Rossa in Basilicata, con conseguenze drammatiche sugli investimenti e sull’occupazione che metterebbero a rischio decine di migliaia di posti di lavoro, diretti e dell'indotto, e che determinerebbero l’azzeramento delle royalties ai territori e del gettito per le casse dello Stato relativo ai canoni per le concessioni di coltivazione e per i permessi di prospezione e ricerca”.

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