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IREX, deboli segnali ad aprile in attesa della Fase 2

where Milano when Mer, 13/05/2020 who roberto

L’indice delle società rinnovabili chiude ad aprile con un -0,3% rispetto al -10,1% registrato il mese precedente

di Alessandro Marangoni*
 
Le prime stime sugli effetti della irex-aprile-2020.jpgpandemia sul PIL dei vari Paesi mostrano uno scenario di recessione globale. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede un calo per Stati Uniti e Area Euro nel 2020, rispettivamente del 6,1% e 7,5%; mentre la Cina avrà una crescita a tassi contenuti (+1,2%). Nel 2021 è stimata un’inversione dell’andamento per tutte le maggiori economie: Cina e Stati Uniti cresceranno rispettivamente del 9,1% e del 4,7%, mentre l’Area Euro del 4,7%.
 
La Commissione Europea (CE) prevede una recessione per l’Unione del 7,4% del PIL, e una crescita nel 2021 del 6,1% (che sarebbe un tasso di crescita 4 volte quello del 2019). Il rallentamento dell’economia ha fatto crollare la domanda di energia e i prezzi del petrolio. Secondo la Word Bank, la diminuzione della domanda di petrolio nel 2020 sarà del 9% e il prezzo del petrolio è crollato del 70% da gennaio. A nulla sono valsi i tagli alla produzione voluti dall’OPEC che puntavano a far risalire i prezzi ad aprile.
 
Esistono però segnali positivi e una ripresa sembra possibile. L’Europa si avvia verso la Fase 2, seppur con modalità e tempi diversi nelle varie nazioni. Situazione più confusa negli Stati Uniti dove i dati dei contagi non dimostrano un chiaro rallentamento e il governo ha comunicato l’urgenza di sostenere l’economia senza dare ancora indicazioni precise. Uno studio di un gruppo di economisti tra cui Stern e Stiglitz, dell’Università di Oxford, mostra 5 possibili strategie per una ripresa economica con effetti su clima e sostenibilità: investimenti in infrastrutture per l’energia (asset energie rinnovabili, storage, modernizzazione della rete e tecnologia), retrofit degli edifici (tecnologie isolanti e conservazione dell’energia), formazione e scuola, capitale naturale (habitat carbon-rich e culture utili al clima) e R&D sulla sostenibilità.
 
L’Italia, sia secondo il FMI che la Commissione Europea, sarà più penalizzata rispetto a Francia e Germania. Le stime mostrano una maggiore recessione il 2020, circa -9% e un minor tasso di crescita nel 2021 +6,5% per la CE e +4,8% secondo il FMI. Pesa l’aumento stimato del debito pubblico (il più rilevante nell’Euro Zona) che passerà dal 134,8% del PIL del 2019 al 158,9% nel 2020, per poi leggermente diminuire nel 2021 al 153,6% (dati CE).
In questa situazione di recessione europea continuano le politiche fiscali a sostegno di imprese e famiglie. In Italia imprese e governo discutono per un accordo sul decreto legislativo di maggio per il sostegno alle imprese da 55 miliardi.
 
Le Borse europee hanno visto un modesto recupero ad aprile. La migliore è risultata Francoforte. L’indice Dax è riuscito a recuperare il 9,4%, dopo il -16,1% di marzo. Buoni segnali anche da Milano, con il FTSE All share che è riuscito a risalire del 7,1%, dopo il crollo del 21% del mese precedente. A seguire l’indice francese Cac, che segna un +4,8%, e l’Ibex, che sale del 3,0%. La Spagna sembra, dunque, scontare più degli altri la crisi da coronavirus, visto il tracollo borsistico avvenuto a marzo (-22,9%).

Per il comparto petrolifero la pandemia ha comportato uno shock senza precedenti sul lato della domanda e le reazioni dei Paesi esportatori sono state dettate perlopiù dall’emergenza. Sul mercato si sono verificati crolli dei prezzi e una volatilità eccezionale, in vista di misure sull’offerta, che ha mostrato grosse difficoltà a fare fronte al nuovo contesto. Il Brent ha chiuso aprile sui 25,3 $/b, in ripresa dell’11,3% rispetto a fine marzo. Il Wti, i cui futures sono andati sotto zero per la prima volta nella storia il giorno 24, ha chiuso a 19,4 $/b, in contrazione di un ulteriore 3,9% rispetto al minimo di 20,2 $/b dello scorso mese.  L’indice FTSE Oil&Gas ha subito una variazione limitata al -2,0%, visto anche che il marker europeo Brent è apparso in recupero dopo il crollo di marzo.
 
L’indice IREX delle small-mid cap pure renewable quotate su Borsa Italiana ha dato qualche segnale di miglioramento, chiudendo ad aprile con un -0,3% rispetto al -10,1% registrato il mese precedente.  Tra i migliori titoli troviamo Agatos (+70,2%) ed Enertronica Santerno (+21,7%). L’andamento negativo del mese precedente di Agatos è stato fermato da un primo rialzo, avvenuto dopo l’annuncio del finanziamento per la realizzazione dell’impianto di biometano a Marcallo (Milano). Il titolo è poi schizzato alla fine di aprile quando è stata ottenuta la concessione del brevetto della tecnologia BIOSIP negli USA, nei principali paesi Europei e pubblicato in Cina. Il processo innovativo per la produzione di biometano brevettato da Agatos potrà così essere esportato ed usato dalla società per la costruzione diretta di impianti nel mondo oppure tramite accordi di licenza.
Il balzo di Renergetica (+9,5%) è stato influenzato dalla sottoscrizione di una partnership con Edison per lo sviluppo di progetti per la realizzazione di impianti fotovoltaici in Italia con una capacità totale di almeno 150 MW. In aggiunta, Renergetica ha venduto le autorizzazioni per la costruzione di un impianto fotovoltaico da 2,99 MW in Cile.
In leggera flessione sono i titoli di Frendy Energy (-6,4%), Gruppo Green Power (-4,3%) e Falck Renewables (-2,2%). Il trend economico globale continua ad influire negativamente sull’indice che aveva ottenuto nel 2019 perfomance positive. Queste erano dovute anche alla pubblicazione di dati finanziari positivi da parte delle società: ad esempio, Gruppo Green Power e Seri Industrial hanno avuto una crescita dei ricavi rispettivamente del 3% e del 17%.
Resta difficile stimare gli impatti che l’emergenza sanitaria potrà avere sulle società dell’Irex. Se da un lato, gli effetti immediati sulle rinnovabili potranno essere contenuti, dall’altro il riorientamento delle politiche di investimento pubbliche potrebbe in concreto mettere in secondo piano gli obiettivi clima-energia. Il Green Deal, considerato da più parti un potente stimolo per la ripresa, potrebbe in alcuni casi patire un rallentamento. Un esempio è la richiesta del settore automobilistico europeo di rinviare i nuovi limiti alle emissioni, frenando così gli investimenti nella mobilità sostenibile.

*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex

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