Acqua. Aumentano i controlli, più pesticidi individuati in fiumi e falde sotterranee
Trovate 224 sostanze diverse. Zero rilevazioni in Calabria e Molise. La Coldiretti: stiamo migliorando. I produttori: colpa della pioggia
L’Ispra ha diffuso il rapporto sulla presenza dei pesticidi nelle acque: +20% nelle acque superficiali, +10% in quelle sotterranee. Il fenomeno si spiega in parte col fatto che in vaste aree del centro-sud solo con ritardo emerge una contaminazione che prima non era rilevata. Sono circa 130mila le tonnellate di prodotti fitosanitari utilizzate ogni anno in Italia, in forte calo, e si usano prodotti sempre meno tossici, ai quali però si aggiungono i biocidi (come gli insetticidi) impiegati in tanti settori di attività, di cui non si hanno informazioni sulle quantità e sulla distribuzione geografica delle sorgenti di rilascio.
I risultati del monitoraggio di queste sostanze sono contenuti nell'edizione 2016 del Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque dell'Ispra, disponibile sul sito web www.isprambiente.gov.it.
Il rapporto viene costruito sulla base dei dati forniti dalle Regioni e dalle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, ma la copertura del territorio non è completa né omogenea, soprattutto per quanto riguarda le regioni centro-meridionali: non si dispone di informazioni relative a Molise e Calabria e mancano i dati relativi a cinque Regioni per quanto riguarda le acque sotterranee.
L’effetto pioggia - Nel biennio 2013-2014 sono stati analizzati 29.220 campioni per un totale di 1.351.718 misure analitiche, con un sensibile aumento rispetto al biennio precedente. Nel 2014, in particolare, le indagini hanno riguardato 3.747 punti di campionamento e 14.718 campioni e sono state cercate complessivamente 365 sostanze (nel 2012 erano 335). Sono state trovate 224 sostanze diverse, un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012): questo dato indica una maggiore efficacia delle indagini condotte. Gli erbicidi sono ancora le sostanze più rinvenute, soprattutto a causa dell'utilizzo diretto sul suolo, spesso concomitante con i periodi di maggiore piovosità di inizio primavera, che ne determinano un trasporto più rapido nei corpi idrici superficiali e sotterranei. Rispetto al passato, è aumentata notevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi, soprattutto perché è aumentato il numero di sostanze cercate e la loro scelta è più mirata agli usi su territorio.
I corsi d’acqua e le falde sotterranee - Le acque superficiali "ospitano" pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio controllati (nel 2012 la percentuale era 56,9); nelle acque sotterranee, sono risultati contaminati il 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). Il risultato complessivo indica un'ampia diffusione della contaminazione, maggiore nelle acque di superficie, ma elevata anche in quelle sotterranee, con pesticidi presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili.
I composti trovati - Nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali. Le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono: glifosato e il suo metabolita Ampa (acido aminometilfosforico), metolaclor, triciclazolo, oxadiazon, terbutilazina e il suo principale metabolita, desetil-terbutilazina. Per quanto riguarda il glifosate e il metabolita Ampa, presenti rispettivamente nel 39,7% e nel 70,9% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali, va chiarito che sono cercati solo in Lombardia e Toscana, dove sono tra i principali responsabili del superamento dei limiti di qualità ambientali. Nelle acque sotterranee, 170 punti (6,9% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientale. Le sostanze più frequentemente rinvenute sopra il limite sono: bentazone, metalaxil, terbutilazina e desetil-terbutilazina, atrazina e atrazina-desetil, oxadixil, imidacloprid, oxadiazon, bromacile, 2,6-diclorobenzammide, metolaclor. Diffusa è la presenza dei neonicotinoidi, sia nelle acque superficiali, sia in quelle sotterranee. Tra questi, in particolare, l'imidacloprid e il tiametoxan, che hanno anche determinato il superamento dei limiti di qualità. I neonicotinoidi sono la classe di insetticidi più utilizzata a livello mondiale e largamente impiegata anche in Italia. Uno studio condotto a livello mondiale (Task Force sui Pesticidi Sistemici - 2015) evidenzia come l'uso di queste sostanze sia uno dei principali responsabili della perdita di biodiversità e della moria di api.
I luoghi più contaminati - Nel complesso, la contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta dove, come già segnalato in passato, le indagini sono generalmente più efficaci. In alcune Regioni la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a interessare oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria. Nelle acque sotterranee la diffusione della contaminazione è particolarmente elevata in Lombardia 50% dei punti, in Friuli 68,6%, in Sicilia 76%.
Minore uso - C'è stata una sensibile diminuzione delle vendite di prodotti fitosanitari, scesi nel 2014 a circa 130.000 tonnellate, con un calo del 12% rispetto al 2001. Nello stesso periodo si è ridotta del 30,9% la quantità di prodotti più pericolosi (molto tossici e tossici). Indubbiamente c'è un più cauto impiego delle sostanze chimiche in agricoltura, come richiesto dalle norme in materia, che prevedono l'adozione di tecniche di difesa fitosanitaria a minore impatto, in cui il ricorso alle sostanze chimiche va visto come l'ultima risorsa.
La Coldiretti: siamo i più verdi d’Europa - L'agricoltura italiana è la più green d'Europa, con la minor incidenza di prodotti con residui chimici fuori norma (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte nel confronto con quella dei prodotti extracomunitari (7,5%). È quanto afferma la Col diretti, che nel commentare i dati dell'Ispra sottolinea che nell'arco di dieci anni la quantità di prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo sia praticamente dimezzata, con un calo complessivo di 76mila tonnellate (- 45,2%), secondo il rapporto 2015 dell'Istat.
Agrofarma: pioggia traditrice - Agrofarma (Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica) segnala che "l'importante piovosità che ha caratterizzato il biennio 2013-2014 ha necessariamente comportato un incremento dei residui di agrofarmaci nelle acque rispetto al biennio precedente, che registrava condizioni climatiche più favorevoli".