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Allarme consumo di suolo: in un anno l’Italia ha cementato altri 72,5 km²

where Roma when Gio, 16/01/2025 who roberto

Gli sforzi di ripristino delle aree naturali non tengono il passo delle betoniere: solo 8 chilometri quadrati di suolo recuperato nello stesso periodo. Il record negativo della Lombardia. Tutti i nuovi dati di Snpa

È pari a 72,5 chilometri quadrati consumo-suolo-ispra.pngla superficie di nuovo suolo cementificato in un solo anno, pari a una media di 20 ettari al giorno (2,3 metri quadrati al secondo). A fronte di questo consumo, gli sforzi di ripristino delle aree naturali non riescono a tenere il passo: sono infatti solo 8 i chilometri quadrati di suolo recuperato nello stesso periodo. In totale, la superficie complessiva di suolo consumato in Italia è del 7,1%. Ma se consideriamo solo le aree utili per l’edificazione, il valore sale al 10%. I dati, allarmanti, sono contenuti nel nuovo report del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) sul consumo di suolo tra il 2022 e il 2023.
 
Un’incuria che costa 400 milioni all’anno
Insomma, il consumo di suolo in Italia non si arresta. Rallenta, in alcune specifiche aree, solo ed esclusivamente per via della dismissione di cantieri esauriti, ma resta comunque elevatissimo. Un’incuria che, secondo le stime dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), costa all’Italia oltre 400 milioni di euro all’anno.
 
Alla Lombardia il primato negativo
Le regioni con i tassi più elevati di suolo cementificato sono la Lombardia (con il 12,1%), il Veneto (11,8%) e la Campania (10,5%). Nel periodo 2022-2023, le aree con il maggior incremento di cemento sono state il Veneto (+891 ettari), l’Emilia Romagna (815 ettari) e la Lombardia (780 ettari)
La Valle d’Aosta e la Liguria sono le uniche regioni dove la cementificazione non è cresciuta per più di 50 ettari. Quanto ai comuni, per la prima volta Roma, che finora era sempre andata in crescita rispetto al passato, con i 71 ettari di suolo ulteriormente messo a cemento nel 2023 riduce il consumo di nuovo suolo rispetto all’anno precedente (+124 ettari).
Questi dati, avvertono gli esperti, sottolineano l’urgenza di “ripensare il nostro modello di sviluppo urbano e promuovere politiche efficaci per la rigenerazione del territorio”.

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ispra