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Basilicata. La Commissione Ecomafie ascolta l’Eni. Spento l’impianto di Viggiano

where Potenza when Mar, 26/04/2016 who michele

La compagnia: “Massima cooperazione con la magistratura. Impossibile proseguire le attività in Val d'Agri”

Alcuni dirigenti Eni sono stati ascoltati a Potenza dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, la cosiddetta Commissione Ecomafie, come programmato nell'ambito della missione della Commissione in Basilicata. È stato illustrato alla Commissione come funziona l'impianto Centro Olio della Val d’Agri, messo sotto inchiesta e sequestrato dalla Procura di Potenza nell’ambito dell’inchiesta su “Trivellopoli”. eniviggianocentrooli.jpg

La posizione dell’Eni - Dopo il sequestro disposto dalla magistratura, “dal punto di vista tecnico e operativo non è possibile proseguire nemmeno parzialmente l'attività produttiva del Centro Olio Val d'Agri”, dice l’Eni. “Non esiste, infatti, una soluzione alternativa di tipo industriale che consenta di evitare la fermata degli impianti: il Centro Olio dovrebbe essere riprogettato dal punto di vista impiantistico e ingegneristico ed essere sottoposto a un nuovo e complesso iter autorizzativo per operare non più come un impianto energetico, ma come un impianto di trattamento rifiuti; ipotesi del tutto irrealistica sia dal punto di vista industriale che normativo”. I dirigenti dell’Eni hanno presentato ai parlamentari anche gli studi secondo cui vi sono “chiare evidenze scientifiche” che dimostrerebbero come “il Centro Olio Val d'Agri ha sempre operato nel rispetto dei requisiti normativi e autorizzativi con l'adozione delle best practice internazionali”. L’Eni ha ribadito, inoltre, che continuerà ad assicurare la massima cooperazione alla Commissione e alla magistratura per una rapida conclusione delle indagini e ha confermato l'intenzione di richiedere un incidente probatorio tecnico in contraddittorio con la Procura, che consenta di verificare sia la conformità dell'impianto alle best practice internazionali, adottate per impianti analoghi in tutto il mondo, sia il rispetto della normativa.

La Lega Nord - Al termine dell’audizione con l’Eni, un componente della commissione parlamentare d'inchiesta sugli ecoreati, il senatore della Lega Nord Paolo Arrigoni, ha detto che "la gestione del Pd ha devastato e continua a devastare la Basilicata sia sotto il profilo ambientale che economico. Basti pensare all'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente, del tutto inadeguata e che non opera controlli. Non hanno attrezzature, manca la programmazione dei controlli ambientali e addirittura gli ultimi 3 direttori generali sono indagati. Ora, purtroppo, ai problemi ambientali e della salute si è aggiunto quello sociale, legato al lungo periodo di cassa integrazione che vede coinvolti 354 dipendenti dell'Eni oltre a un migliaio di dipendenti delle imprese dell'indotto".

La fermata degli impianti - In seguito alla conferma da parte del Tribunale di riesame di Potenza del sequestro di impianti funzionali all'operatività del Centro Olio Val d'Agri, disposto dalla Procura di Potenza, l’Eni ha presentato ai sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil la fermata degli impianti e la cassa integrazione o il trasferimento dei 354 dipendenti. La compagnia ha avviato un piano di riallocazione dei dipendenti e ha chiesto la cassa integrazione guadagni ordinaria. Sono inoltre in corso di consegna le lettere di sospensione contrattuale e degli ordini di lavoro con i fornitori del Centro Olio.

Federpetroli - “Con l'annuncio del blocco dei contratti con i fornitori dell'indotto industriale del Centro Oli di Viggiano (Potenza) in Basilicata e la cassa integrazione, Eni commette un suicidio aziendale. Chiediamo come FederPetroli Italia, che si rifletta, prima di fare altre operazioni azzardate da parte dell'azienda energetica di Stato”, dice il presidente di FederPetroli Italia, Michele Marsiglia.

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Il Centro Oli di Viggiano (Eni)
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