Decreto certificati bianchi: via libera (con correttivi) dall’Authority
Parere positivo dall’Arera sulla bozza del governo che modifica in parte il meccanismo dei titoli di efficienza energetica. Le modifiche dovranno riguardare il rischio di ulteriori oneri in bolletta per i consumatori e il sistema delle aste.
L’Arera ha espresso un parere favorevole sulla bozza di decreto che modifica in parte il meccanismo dei Titoli di efficienza energetica (Tee), sottolineando però l’importanza di alcuni correttivi “per evitare il rischio di ulteriori oneri in bolletta per i consumatori”. Ma andiamo con ordine. Il decreto 2025 del governo introduce significative novità nel meccanismo dei certificati bianchi, con l’obiettivo di allineare gli incentivi al Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) 2024. Tra le principali innovazioni, c’è la possibilità di presentare progetti aggregati, composti da più interventi con soggetti titolari diversi, purché riconducibili alla stessa tipologia e con un risparmio energetico complessivo annuo non superiore a 50 Tep (Tonnellate equivalenti di petrolio).
Inoltre, il decreto stabilisce obiettivi annuali crescenti di risparmio energetico per il periodo 2025-2030, sia per l’energia elettrica che per il gas naturale. Ad esempio, per l’energia elettrica si parte da 0,8 milioni di Tee nel 2025 arrivando a 1,7 milioni nel 2030; per il gas naturale, da 0,5 milioni nel 2025 a 1 milione nel 2030.
Le osservazioni dell’authority
L’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) ha evidenziato la necessità di aggiungere misure anti speculazione e di modificare il sistema di aste per garantirne una maggiore efficacia. Riguardo a questo secondo punto, come riferisce il sito Pmi.it, l’autorità ha chiesto di eliminare la nuova previsione contenuta nella bozza di decreto secondo cui il valore economico a base d’asta debba tenere conto del valore del Tep risparmiato, come rilevabile dall’andamento dei prezzi dei certificati bianchi sul mercato e della tecnologia o tipologia progettuale. L’Arera ritiene che i criteri per la definizione del valore a base d’asta debbano prendere in considerazione solo le specificità della tecnologia o tipologia progettuale e delle esternalità ambientali positive generate, evitando il riferimento ai costi degli interventi.
Infine, riporta sempre Pmi.it, l’Authority ha chiesto di posticipare i termini per la comunicazione annuale della ripartizione degli obblighi di risparmio energetico dal 31 gennaio al 31 ottobre.