De Santoli (Aicarr): intervenire sugli edifici storici crea un giro d’affari da 6 miliardi
Il retrofitting del parco edilizio italiano, per un risparmio fino al 90% dei consumi di calore, richiede un investimento tra i 9 e i 20 miliardi di euro all'anno per i prossimi 50 anni
“Promuovere interventi sugli edifici storici in Italia potrebbe mettere in moto un giro di affari di 6 miliardi di euro, considerato che nel nostro paese sarebbero riqualificati oltre 2 miliardi di metri quadri. Il retrofitting (l’applicazione di nuove tecnologie, ndr) del parco edilizio italiano, che consente un risparmio fino al 90% dei consumi di calore, richiede un investimento tra i 9 e i 20 miliardi di euro all'anno per i prossimi 50 anni e potrebbe portare nel 2020 alla creazione di 500 mila nuovi posti di lavoro”. È quanto dichiara Livio de Santoli, presidente di Aicarr, Associazione italiana condizionamento dell'aria, riscaldamento e refrigerazione.
Secondo Santoli, “gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici storici dovrebbero essere considerati non solo la risposta ad esigenze legate esclusivamente alla prestazione energetica in edilizia, ma anche una modalità per la protezione e la valorizzazione dell'edificio”.
Un punto d’incontro tra vecchio e nuovo - Nel caso degli edifici storici, occorre trovare un punto di incontro tra conservatori e progettisti. I primi devono comprendere le ragioni ed il linguaggio degli interventi di riqualificazione energetica per poter giustificare una eventuale deroga dell'applicazione delle direttive europee e della legislazione nazionale. “I secondi - sempre secondo Santoli - devono essere in grado di applicare una metodologia scientifica coerente con l'interesse storico-culturale. Le scelte progettuali andrebbero dunque concordate con gli esperti di conservazione, e il progettista dovrebbe tener conto dei criteri fissati nella Carta di Venezia per la conservazione e il restauro”.